Mosca arriva a un passo dalla rottura. Bersaglio delle critiche dei Paesi occidentali, che la accusano di aver avuto un ruolo nel bombardamento del convoglio Onu di aiuti umanitari diretti ad Aleppo, la Russia risponde mettendo in discussione il summit sulla Siria. Il “tono” di alcuni funzionari britannici e americani è “inaccettabile“, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Tale “retorica”, ha aggiunto, può provocare “grande danno” al processo di pace e alle “relazioni bilaterali”. Peskov ha quindi sottolineato che al momento “non ha senso” tenere un summit sulla Siria e ha definito la situazione come “molto difficile”. A tenere aperta la porta della trattativa è il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, che ha sottolineato che Mosca si è “impegnata” nell’accordo con gli Usa sulla Siria e che è “troppo presto” per abbandonarlo. Ma, ha specificato il capo della diplomazia russa, Mosca non si può fidare “al 100%” di Washington per quanto riguarda i bombardamenti sulle posizioni di Al Nusra, e neppure delle dichiarazioni dell’inviato speciale dell’Onu, Staffan de Mistura. Quest’ultimo, secondo Lavrov, “fa gli interessi del gruppo di Riad“, la coalizione di opposizione siriana che fa capo all’Arabia Saudita.

A scatenare la reazione del Cremlino erano stati gli attacchi sferratigli dai Paesi occidentali durante il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito d’urgenza sulla situazione di Aleppo. “L’azione della Russia in Siria è barbarie, non anti-terrorismo – attaccava nel pomeriggio di domenica l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Samantha Power – invece di perseguire la pace in Siria, Mosca e Assad fanno la guerra, con 150 attacchi nelle ultime 72 ore”.

Era stato il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ad aprire il nuovo fronte domenica mattina in un’intervista alla Bbc: La Russia “é colpevole di prolungare questa guerra e di renderla di gran lunga più orribile” esordiva il titolare del Foreign Office e, riferendosi al bombardamento del convoglio umanitario lunedì scorso ha lanciato l’affondo: “Se é stato fatto sapendo che si trattava di obiettivi civili assolutamente innocenti, quello é un crimine di guerra“. L’ambasciatore britannico Matthew Rycroft, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, è ancora più diretto. “La Russia è in partnership con il governo di Damasco nel commettere crimini di guerra”.

Dalla stessa parte è schierato il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault che tirava dentro anche l’Iran, chiedendo a Mosca e Teheran “di mostrare senso di responsabilità, ponendo uno stop” all’escalation militare scelta da Bashar Al Assad. “In caso contrario – scandisce – Russia e Iran saranno complici dei crimini di guerra commessi ad Aleppo”.

Al Palazzo di Vetro, a New York, è intervenuto anche lo stesso Staffan de Mistura, deluso per il mancato accordo sulla ripresa del cessate il fuoco deciso il 9 settembre da Usa e Russia. L’inviato speciale dell’Onu ha constatato che “questi sono giorni agghiaccianti, tra i peggiori da quando è iniziato il conflitto in Siria. Il deterioramento della situazione ad Aleppo sta raggiungendo nuove vette di orrore”. Il diplomatico ricorda inoltre che ad Aleppo “270 mila persone sono di fatto sotto assedio da 20 giorni” e avverte che sono rimaste solo “piccole finestre di opportunità” per evitare che il conflitto peggiori ancora.

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