La “Mustafa Kan”, una nave cargo da 7 mila tonnellate e lunga 136 metri, battente bandiera panamense, sta per affondare a 24 miglia dalla costa siracusana. Il mercantile è tenuto ancora a galla da una bolla d’aria, ma presto sarà inghiottito dal mare. Gli uomini della Capitaneria di Siracusa, coadiuvati da tre mezzi della flotta “Castalia”(che si occupa di antinquinamento da idrocarburi) inviati dal ministero dell’Ambiente, sono al lavoro per cercare di salvare il salvabile.

L’SOS è stato lanciato dall’equipaggio della Mustafa Kan intorno alle ore 3 di venerdì quando la nave ha iniziato a imbarcare acqua dalla sala macchine, i sedici uomini a bordo del mercantile sono stati subito salvati, ma il vero problema è che al momento dell’incidente, la Mustafa Kan, diretta in Marocco, trasportava circa 8mila tonnellate di fosfato di ammonio. Dalla Capitaneria di Porto fanno sapere che nonostante le condizioni meteorologiche avverse, la situazione è costantemente monitorata e, al momento, non si registrano sversamenti del materiale inquinante in mare. Tuttavia risulta impossibile recuperare i fusti contenenti il fertilizzante, la nave è capovolta e non è possibile effettuare alcuna operazione se non quella di verificare che tutto avvenga come deve avvenire. La Mustafa Kan è semi sommersa in un fondale profondo 2mila metri al largo del Porto di Avola e, soprattutto, dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, una delle riserve naturali più suggestive e importanti della Sicilia. Considerata la distanza della nave e la direzione dei venti, secondo le autorità, sono scongiurati rischi di inquinamento per la costa. Queste rassicurazioni non convincono del tutto Paolo Pantano, portavoce provinciale dei Verdi. “Capiamo e apprezziamo l’intento della Capitaneria e delle istituzioni in genere di tranquillizzare la popolazione – dice – è giusto che sia così perché non si crei allarmismo, ma noi qualche preoccupazione in merito a questa vicenda, sinceramente, l’abbiamo. Secondo Pantano il nodo cruciale non è tanto il fatto che gli eventuali sversamenti siano tenuti a distanza dalla costa, ma il danno che il materiale inquinante potrebbe causare all’ecosistema marino. “Il fosfato di ammonio – dice il portavoce dei Verdi – è tossico e causa l’eutrofizzazione delle alghe, una eventuale contaminazione recherebbe un danno enorme, ad esempio, alla Posidonia, l’alga marina che affolla il mar Mediterraneo e che ha una funzione ecologica fondamentale, rappresentando rifugio e linfa per la fauna ittica e salvaguardando l’erosione della costa”.

Le Associazioni ambientaliste chiedono che si trovi al più presto il modo di recuperare il fosfato di ammonio dalla nave: “Il fatto che la profondità delle acque sia di 2mila metri non è una buona notizia – afferma ancora Pantano – se i fusti che contengono ammonio vanno a fondo non reggerebbero la pressione e si spaccherebbero e, questo, sarebbe molto grave”. I referenti delle associazioni ambientaliste sono costantemente in contatto tra loro, tengono a precisare che non hanno intenzione di creare allarmi inutili, ma allo stesso tempo non bisogna sottovalutare il fatto che la Mustafa Kan si trovi a sud di un’area marina protetta e a nord del “Poseidoneto di Vendicari”.“Dopo averci rassicurato che tutto il contenuto inquinante presente all’interno del mercantile sia stato recuperato – conclude il portavoce dei Verdi – il nostro prossimo passo sarà quello di chiedere le analisi delle acque e, dopo ancora, di proporre che le navi cargo siano tenute a debita distanza dai siti naturalistici di rilievo della nostra costa”.

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