Volano gli insulti a La Zanzara (Radio24) tra il conduttore Giuseppe Cruciani, affiancato da David Parenzo, e il giornalista di Radio Padania, Pier Luigi Pellegrin, che qualche giorno fa, nel corso di uno speciale su Pontida, ha dichiarato provocatoriamente di preferire la mafia allo Stato italiano. Le frasi sono finite all’attenzione del governo: la senatrice Pd Lucrezia Ricchiuti, componente della Commissione parlamentare Antimafia, ha infatti rivolto a riguardo un’interrogazione al Presidente del Consiglio, al ministro dell’Interno e al ministro dello Sviluppo economico. “Quelle frasi vanno decontestualizzate” – si difende Pellegrin – “era una mia critica al modo in cui lo Stato italiano, da sempre, si comporta nei confronti del cittadino. Non è affatto un’apologia della mafia. E, infatti, come ha scritto Il Fatto Quotidiano, che l’ha ricostruita bene, io ho precisato che vorrei essere governato da una Confederazione elvetica. Se c’è una cosa che detesto è essere trattato da coglione. Non puoi mettermi in bocca quello che non intendo dire”. La polemica lievita con scambi di epiteti non troppo gentili. “Io continuo a parlare se la smette il bambino scemo (David Parenzo, ndr)” – si lamenta il conduttore di Radio Padania – “Mandatelo via, quel macaco di bambino scemo non lo voglio sentire. Che vi frega di quello che ho detto? Tu, Cruciani, sei un giudice?”. “Puoi dire tutto quello che vuoi” – replica Cruciani – “basta che non lo fai coi soldi miei”. “Tu invece lo fai coi soldi di Confindustria, che sono anche soldi miei”, ribatte Pellegrin. “Sono soldi privati”, commenta il conduttore de La Zanzara. “Che cazzo dici?” – controbatte il giornalista leghista – “Confindustria ha 25 miliardi di soldi pubblici, a fondo perduto”. “Sono fondi per l’editoria”, risponde Cruciani. “Non sto parlando di soldi per l’editoria” – replica Pellegrin – “Informati, ignorante. Studia. Quante volte sei stato bocciato? Da chi prendi i soldi tu?”. “Non prendo un euro di soldi pubblici”, ribatte Cruciani. “Ma Einaudi lì ha finito di parlare?” – ironizza Parenzo – “’Sto Pellegrin, dopo la sua sortita sulla mafia, potrebbe fare il capo ufficio stampa di Cosa Nostra”. La bagarre prosegue ancora per vari minuti, finché Pellegrin non interrompe bruscamente la telefonata

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