E’ veramente strano quello che sta succedendo sulla legge elettorale. E’ come se le proposte facessero fatica a star dietro ai cambiamenti nel tentativo di adeguare continuamente le leggi elettorali alle nuove realtà politiche. Ma con logiche difficili da cogliere, forse perché troppo sottili, forse perché spesso la logica manca del tutto. E’ strano sicuramente che la Camera dichiari apertamente che si cerca di cambiare una legge elettorale talmente nuova da non essere mai stata sperimentata.

E’ strano ma si capisce: l’Italicum andava bene quasi soltanto ai renziani, ma dopo le vittorie di 5 stelle ai ballottaggi anche tra i renziani serpeggiano i dubbi. Quello che non riesco a capire è il passaggio seguente: il Movimento 5 stelle propone un proporzionale alla spagnola e nessuno la segue. I piddini “critici” verso l’Italicum propongono un Mattarellum rivisitato che darebbe comunque anche un premio di maggioranza.

In altre parole: i 5 stelle propongono una legge elettorale in base alla quale non governeranno mai, ovvero, per meglio dire, in base alla quale dovrebbe superare il 40% per governare, e forse non basterebbe. Dovrebbe accettare alleanze, cosa che è impossibile. Gli altri partiti avrebbero continuamente l’alternativa di coalizzarsi per governi di salute pubblica senza 5 stelle o di mandare il paese a votare. Viceversa il Pd che con un sistema proporzionale sarebbe quasi sicuramente sempre al governo, con alleanze variabili ma con la guida del governo, preferisce invece o tenersi l’Italicum o lavorare ad altri sistemi “diversamente maggioritari” che continuerebbero a lasciare a 5 stelle la possibilità di conquistare un premio di maggioranza decisivo. Certo senza ballottaggio il Movimento 5 stelle è un po’ meno favorito.

Ma come mai non si coglie l’occasione della proposta proporzionale di 5 stelle per metterli definitivamente alle strette e nell’angolo? L’impressione che ho è che non si siano sufficientemente e completamente elaborate le novità intercorse dai tempi della nascita delle varie forme del maggioritario all’italiana. Da allora il bipolarismo ha ceduto il posto al tripolarismo o al puro e semplice pluripartitismo.

C’è un motivo per cui personalmente sto cambiando idea: da accanito sostenitore del mix italiano di proporzionale e maggioritario, sto riprendendo in considerazione le ragioni del proporzionale. Non per paura di una vittoria con delega maggioritaria a 5 stelle, ma per un motivo più vasto e più europeo. Sono emerse forze nazionaliste e xenofobe che mettono in discussione vari aspetti della migliore civiltà sociale giuridica europea. Certo, occorre difendersi con le convenzioni internazionali dei diritti, con le costituzioni e così via. Certo, non si possono fare colpi di Stato per impedire vittorie elettorali. Ma occorre evitare che prendano il potere per via elettorale, ovvero che una maggioranza relativa diventi automaticamente una maggioranza assoluta. Non mi riferisco a 5 stelle, ma a movimenti come Front National, Fpo, AfD, Ukip etc.

La legge elettorale che più efficacemente lascia aperta la strada della collaborazione alle forze che si riconoscono nei diritti umani è il proporzionale (pensiamo al caso dell’Austria). Questo è un aspetto sul quale, comprensibilmente, non si era riflettuto negli ultimi 25 anni di travaglio italiano. Mentre osservo, quasi divertito, la strana scena del partito favorito che propone una legge elettorale che lo tiene lontano dal potere e del suo principale avversario che difende un sistema elettorale maggioritario in cui rischia di finire come il Pd a Roma e Torino, realizzo che ci sono preoccupazioni e visioni più grandi, europee, che ci dovrebbero ispirare.

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