“E’ da irresponsabili dire sì a questa candidatura”. Bastano otto parole a Virginia Raggi per spegnere le residue speranze sulla possibilità di vedere assegnate a Roma le Olimpiadi 2024. La spiegazione durante una conferenza stampa, ma l’atto ufficiale che metterà la parola fine al progetto olimpico è stata annunciata per la prossima settimana, quando il consiglio comunale dovrà votare la mozione per il ritiro ufficiale della candidatura di Roma. Le parole della Raggi ai giornalisti sono arrivate dopo che è saltato all’ultimo momento l’incontro con il presidente del Coni Giovanni Malagò. Un colloquio atteso da giorni, annunciato, convocato. E poi annullato perché il primo cittadino ha dato buca. E Malagò, dopo 35 minuti di attesa, ha preferito abbandonare il Campidoglio, visibilmente contrariato. “La sindaca non è venuta, non si è presentata” ha detto il numero uno dello sport italiano. E ora, dopo questo incidente diplomatico, non sono saltate solo le Olimpiadi di Roma 2024 (il no era ormai scontato), ma anche i rapporti con il Foro Italico. Il Coni aveva chiesto che il colloquio in Campidoglio fosse trasmesso in streaming. Non c’è stato lo streaming, non c’è stato neanche il colloquio. La versione ufficiale fornita dal M5s è che il portavoce della Raggi, Teodoro Fulgione, avrebbe chiesto a Malagò di pazientare ancora, con il presidente del Coni che, constatato l’orario di convocazione della conferenza stampa della sindaca, si è sentito offeso e ha preferito abbandonare il Campidoglio insieme al presidente del comitato Paralimpico Luca Pancalli. Una versione, quest’ultima, confermata anche dallo stesso Malagò in conferenza stampa, dove ha sottolineato che avrebbe auspicato un “maggiore attenzione e un maggior rispetto nei confronti del mondo che rappresentiamo”. Il primo cittadino, poi, ha spiegato che l’incontro con Malagò non si è tenuto perché lei ha avuto un contrattempo e non è riuscita ad arrivare in tempo: “Poi appena sono entrata in Campidoglio ho chiesto di avvisare il presidente, ma lui ha preferito andarsene. Vi assicuro che non erano 40 minuti di attesa”.

Il No della Raggi ha un valore politico molto importante anche per le dinamiche interne del Movimento 5 stelle. Fino a pochi giorni fa in forte scontro con i vertici, la sua presa di posizione è acclamata da Grillo che l’ha chiamata per dirle “brava”. Intanto la notizia tra i seguaci della sindaca sui social network è stata accolta quasi con un plebiscito: il post della Raggi ha ottenuto quasi 45mila like e ha fatto più di 15mila condivisioni. Diversa la reazione dei follower della pagina del Coni: la conferenza stampa di Malagò ha strappato poco più di 100 mi piace.

Le parole della Raggi: “E’ da irresponsabili dire sì ai Giochi. No alle olimpiadi del mattone”
“E’ da irresponsabili dire sì a questa candidatura. Lo abbiamo detto in passato e continuiamo a dirlo. Significa assumere altri debiti, non ce la sentiamo”. Il no alle Olimpiadi di Roma 2024 arriva subito nella conferenza stampa di Virginia Raggi. Al suo fianco il fido Frongia, di fronte una numerosissima platea di giornalisti. Di lato uno schermo su cui passano le slide degli sprechi delle precedenti edizioni. Una su tutte: le Vele di Calatrava, progettata per i Mondiali di nuoto del 2009 ma rimasta incompiuta. Ed è proprio lì che il Comitato promotore avrebbe voluto far sorgere il Villaggio Olimpico. Poi la spiegazione del no: “I soldi da investire sono quelli dei romani, su progetti lontani dagli interessi dei cittadini” ha detto il sindaco, che poi ha ricordato come “all’interno della gestione commissariale, un miliardo di euro di debiti derivano dalle Olimpiadi del 1960“. “Noi non abbiamo nulla contro le Olimpiadi e contro lo sport, che è parte integrante del nostro programma – ha detto ancora il primo cittadino – Ma non vogliamo che lo sport sia utilizzato come pretesto per nuove colate di cemento sulla città. Ricordiamo come sono andati i mondiali di nuoto del 2009, con altri scheletri sulla città. No alle olimpiadi del mattone”. Le slide dimostrano cosa è rimasto delle infrastrutture create ad hoc per i giochi nelle altre città, la Raggi sottolinea: “Le olimpiadi sono un sogno che si trasforma in un incubo“.

Il primo cittadino, poi, ha attaccato il Pd: “Si schierò a favore scelta di Monti per il no ai giochi, ma dopo 4 anni ha cambiato bandiera. In questa posizione non siamo soli – ha aggiunto – Abbiamo dei precedenti: Torino 2006, piste di Cesana usate per fare trekking. Sono eventi che non convengono e non sono sostenibili per le città, portano solo ulteriori debiti. Ci ricordiamo bene come sono andati i mondiali di nuoto del 2009. Siamo pieni di impianti inutilizzabili. Per noi non possono essere questo le Olimpiadi. Quindi no alle Olimpiadi del mattone. Assolutamente no. Le Olimpiadi si rilevano un grande affari per le lobby dei costruttori“.

Il sindaco, poi, ha ricordato il programma della sua giunta per lo sport a Roma: “Vogliamo che Roma sia alla altezza delle altre capitali europee, noi siamo propositivi, noi vogliamo lavorare sul quotidiano non sulle emergenze. Un disabile le olimpiadi le fa tutti i giorni, roma è invivibile, i romani ci hanno chiesto di occuparci della città e, non di fare cattedrali nel deserto. I Romani ce lo hanno chiesto – ha detto – Gli impianti comunali saranno risistemati e promuoveremo lo sport tutti i giorni: questo è il nostro impegno”. Per quanto riguarda esempi concreti, invece, la Raggi ha spiegato cosa intende fare: “Sistemeremo gli impianti esistenti. Trasformeremo cantieri fatiscenti in occasioni. La Città del nuoto di Calatrava diventerà la vela della conoscenza grazie ad un accordo con l’ateneo di Tor Vergata“. A chi le chiedeva se la sua decisione fosse in linea con quella dei romani, Virginia Raggi ha risposto che “sulla candidatura alle Olimpiadi del 2024 il referendum c’è già stato, il Pd ha trasformato il ballottaggio in un referendum”.

Il testo della mozione: “Non sussistono le condizioni per i Giochi a Roma”
Per la prossima settimana, invece, è prevista la discussione della mozione per ritirare il sostegno alla candidatura. Il testo del provvedimento, però, è già pubblico: per spiegare la propria posizione, il Movimento fa un excursus della candidatura, avviata all’epoca di Marino sindaco, e ricorda i casi che hanno portato altre città nel passato a dire no ai giochi olimpici. Da questo dato di fatto, ecco il motivo del no a Roma 2024: “Tenuto conto che fra le città per le quali era stata prospettata l’ipotesi di una candidatura, poi ritirata, vi sono: Dubai-Emirati Arabi Uniti; San Diego/Tijuana – Usa/Messico; Amburgo – Germania (candidatura ritirata a seguito di un referendum popolare); Madrid – Spagna (candidatura ritirata dal sindaco della città); Boston – Usa (candidatura ritirata dal sindaco della città per l’elevato rischio che i costi ricadano sui cittadini); coerentemente con quanto sempre sostenuto dal M5S – ed è il motivo del ritiro della candidatura – si ritiene, anche a fronte di una approfondita analisi, che non sussistano le condizioni per proseguire nella candidatura della Città di Roma ai Giochi olimpici e paralimpici del 2024. Tutto ciò premesso – prosegue la mozione – l’assemblea di Roma capitale impegna il sindaco e la sua giunta affinché ritirino la candidatura della città ad ospitare le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2024″.

La prima cittadina M5s, del resto, è alle prese con una crisi della giunta dopo che a inizio settembre cinque dirigenti, tra cui l’assessore al Bilancio, si sono dimessi in polemica. Ieri si è presentata in consiglio comunale senza il nome per sostituire il dimissionario Marcello Minenna nell’esecutivo del Campidoglio: una scelta che ha scatenato le polemiche delle opposizioni, ma che al tempo stesso preoccupa molto anche i 5 stelle perché segno di un impasse che sembra non finire più. Il No alle Olimpiadi, inoltre, non ha convinto tutti nella maggioranza M5s, ma si tratta di una delle condizioni poste da Beppe Grillo perché il Movimento continui a sostenerla.

Malagò: “Avremmo meritato più attenzione e più rispetto”
La spiegazione dell’incontro saltato, l’attacco diretto alla sindaca e alla poca conoscenza della ‘questione olimpiadi’, poi il consiglio, che però suona come un avvertimento: “Consiglio alla Raggi di non presentare la mozione per dire no alla candidatura“. Il sindaco di Roma ha appena finito di parlare quando ha inizio la conferenza stampa del presidente del Coni. Giovanni Malagò non le ha mandate a dire: non ha risparmiato parole né soprattutto critiche, ha parlato di populismo e di presa di posizione “già scritta”, ha sottolineato di meritare più rispetto. In sintesi: ha provato a demolire punto per punto la tesi di Virginia Raggi e del suo staff, quel “no alle olimpiadi del mattone” che secondo Malagò non sta né in cielo né in terra. Le prime dichiarazioni del numero uno dello sport italiano, però, sono state dedicate ai motivo che hanno portato ad annullare l’incontro con il primo cittadino.

“Dopo 37 minuti di attesa, alle 15.07, anche in considerazione del fatto che la sindaca aveva convocato una conferenza stampa per le 15.30, abbiamo deciso di andare via. Forse avremmo meritato più attenzione e anche più rispetto per quello che rappresentiamo” ha sottolineato Malagò, che poi ha spiegato come la candidatura di Roma esista solo “perché sono cambiate le regole del gioco”. “Mi è dispiaciuto che Raggi non lo abbia ricordato. Questo è il punto centrale. Se non ci fosse stata Agenda 2020 nessuna città d’Italia poteva aspirare a candidarsi” ha aggiunto il capo dello sport italiano, ricordando che il Coni non appartiene a nessun partito. “Siamo laici. Abbiamo avuto un mandato dal mondo dello sport all’unanimità, quello di candidarsi per Roma 2024 – ha detto – Non era mai successo da quando esiste il Coni. Siamo andati avanti forti di una delibera dell’assemblea capitolina con ampia maggioranza, il sostegno del governo italiano, della Regione e l’endorsement della presidenza della Repubblica“.

Il presidente Coni contro le tesi della Raggi: “Solo populismo”
Sulla questione dei costi, poi, Malagò ha detto che il “budget della candidatura è meno di un decimo del budget di Sochi 2014. Era l’occasione, è l’occasione per dimostrare che c’è la possibilità di sistemare quelle cose che non c’è possibilità di risolvere se non si interviene con progetto come quello della candidatura – ha aggiunto – Mi spiace sentire che l’amministrazione per Le Vele ha un’idea per il progetto della città della conoscenza. Il rettore dell’Università di Tor Vergata mi ha detto che le cose non stanno proprio così”. Altro cardinale della tesi della Raggi è la trasparenza. Anche su questo tema Malagò ha avuto da ridire: “Ben venga chi ha il vessillo della trasparenza, ma noi non dobbiamo organizzare le Olimpiadi ma decidere se sperare di organizzarle o staccare la spina. Consiglio alla sindaca di non presentare quella mozione in consiglio comunale. Parla di città come Amburgo e Boston che non sono mai state ufficialmente candidate. Spero siano errori fatti in buona fede ma è imbarazzante“. Da questo dato di fatto, poi, il presidente del Coni è passato all’attacco diretto del primo cittadino: “Non si vogliono fare le Olimpiadi, ma non c’è un motivo vero. Se il motivo erano le ruberie noi diciamo gestitele voi. Quale migliore garanzia per chi è un baluardo della legalità?”. Bollata come “demagogia e populismo”, invece, la notizia secondo cui Roma stia ancora pagando i debiti per le Olimpiadi del 1960.

“Vi sembra normale organizzare un incontro alle 14.30 su un tema così importante con una conferenza stampa già annunciata per le 15.30? – ha poi detto Malagò – Siamo seri, è tutto pretestuoso, tutto già scritto. Loro hanno i sondaggi come li abbiamo noi ed ora vanno tutti in una certa direzione. Informatevi domani dal Codacons, per questo volevamo la diretta streaming sia ieri sera che oggi. Invece loro, i paladini della legalità, l’hanno negata. Nelle circoscrizioni di periferia dove la sindaca ha vinto, i ragazzi dai 18-25 anni vogliono i Giochi”. Malagò ha criticato anche altre mosse dello staff del Campidoglio: “Qualcuno ha tirato in ballo Pietro Mennea. Strumentalizzazioni, alibi. Lui era contro quel tipo di Olimpiadi (quelle del 2020) ma favorevoli a queste e lo ha ribadito anche la moglie Manuela in una lettera”.

Anche sul ruolo del comitato promotore Malagò ha da ridire su quanto sostenuto dalla Raggi: “Noi siamo candidati, non dobbiamo organizzare l’evento, noi stiamo promuovendo il nostro paese per vincere una competizione internazionale. Oggi la sindaca ha parlato di comitato organizzatore. Ma organizzatore di che cosa?”. Stessa identica posizione sulla figura e il ruolo di Luca Cordero di Montezemolo: “Lui è un problema per il Movimento 5 Stelle? E’ un altro alibi e strumentalizzazione. Per noi si tratta della persona migliore per promuovere la candidatura ma lui stesso, se dovessimo riuscire nel miracolo di vincere, si farebbe indietro”. Il no di oggi da parte del Campidoglio, poi, a sentire Malagò ha chiuso la possibilità di candidature a stretto giro da parte dell’Italia: “Una candidatura nel 2028? Non c’è una regola. In pura teoria ti puoi candidare ma io vi dico che il Coni non è disponibile a supportarla perché se fermiamo questa abbiamo perso ogni tipo di credibilità“. Il Coni, tuttavia, fino all’ultimo proverà a dare seguito alla candidatura. “Se non c’è un adempimento formale certo che si può andare avanti. Non si può fare sulla base di una conferenza stampa. Certo il membro del Cio ti guarda con sospetto se non c’è il sostegno del sindaco della città” ha detto il presidente.

La questione del danno erariale
Danno erariale? Non so non è il mio mestiere – ha detto Malagò – Se abbiamo avuto dei fondi tramite una legge dello Stato, siamo soggetti a dei controlli, è evidente che dobbiamo girare l’azione di responsabilità verso gli amministratori se ci sarà quella delibera”. Poi la provocazione: “Bisogna parlare con Grillo? Oggi la sindaca non ha potuto dire nulla sul rispetto e l’educazione che abbiamo avuto. Siamo molto riguardosi del suo ruolo. Noi vorremmo avere lo stesso tipo di rispetto. Non chiediamo un nuovo interlocutore. Noi quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per bene. Il problema ora è loro”.

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