Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica figa come Rosario Dawson ne La 25a ora. Altre considerazioni.
1. Nelle prime dieci giornate, come ho qui già vaticinato, la Juve farà almeno 26 punti. Credo anzi 28, con gli unici punti smarriti domenica con l’Inter. Sassuolo disintegrato, la prima mezzora poteva finire 6-0. Quando Higuain, che di per sé è un fenomeno, fa gol a grappoli anche in versione Gonzalone Buzza, hai la prova ulteriore che non c’è gara. Chiudete tutto.

2. Molto bene il Napoli, che ha agevolmente disposto di due squadre disastrate (Milan e Palermo) e adesso ha una panchina come si deve. Tra una lettura di Marx e una di Fante, Che Gue Sarri pare in fase serena. Nel senso che, invece di distruggere tre mobili al giorno, ne sfascia solo due (a testate e sacramentando in aramaico). Il secondo posto è possibile.

3. E’ possibile, ma per il Commodoro Marxista ci sono due problemi. Il primo è la Roma. Pesantissima la vittoria rocambolesca di ieri contro una buona Samp. Totti è l’unico che ha reso obbligatoria la retorica per narrarne le gesta: semplicemente strepitoso. Meno strepitoso l’arbitro, che ha dato un rigore che se solo lo avessero dato contro la Roma, o magari alla Juve, Liguori avrebbe invaso la Polonia. E mica solo Liguori.

4. Il secondo problema del Commodoro Iracondo è l’Inter. De Boer è un po’ arruffone, ma attua un buon gioco e adesso che ha recuperato Culovic può puntare con agio atarassico alla seconda piazza. A Pescara il risultato più giusto era il pareggio e i complimenti al mio amico Oddo non saranno mai abbastanza, ma i tre punti sono esiziali. I migliori in campo nerazzurri, oltre a Culovic (e Verre), sono stati chiaramente Handanovic e Icardi. Come ai tempi di Mancini, l’uomo che sussurrava all’anticalcio. De Boer, che sull’1-0 ha messo 12 attaccanti, è però assai meno antiestetico: dategli tempo, non è Mandrake.

5. Se sento un’altra persona che paragona Joao Fava Mario a Rui Costa, metto mano alla fondina: il primo è un onesto soldatino volitivo, il secondo era e resta il Sommo Musagete.

6. Spazio “Io l’avevo detto”. A) Il Milan vale al massimo il sesto posto con vento a favore, e senza Niang è competitivo come Sibilia a un challenge sull’uomo più acuto del XXI secolo. Ve l’avevo già detto la scorsa stagione, quando si infortunò e lì finì l’Era Farinacci Mihajlovic. B) Joe Hart è un’ottima mossa commerciale, ma in Italia di portieri come lui se ne trovano 619.

7. Ieri ho guardato un piano sequenza di Kiarostami al rallentatore. Poi ho guardato Poli-Montolivo-Sosa a velocità normale. Era più veloce il piano sequenza.

8. Con l’Udinese ho visto una delle partite più brutte nella storia del Milan. Che troiaio. Montella mi piace, ma ieri non ne ha indovinata mezza. Bacca è bravo, ma se non lo inneschi a dovere è utile come una mietibatti sul Pordoi. Abate sta combinando disastri empi, neanche ha imparato la diagonale e Calabria lo batte 6-2 6-3 in ciabatte: basta. Non appena si è tolto la maglia del Milan, Balotelli ha ricominciato a segnare; non appena si è rimesso la maglia del Milan, De Sciglio ha ricominciato a far rimpiangere Reiziger. Mati Fernandez non si è fatto male: ha simulato un suicidio per dissociarsi da cotanto scempio. Poli è inaccettabile. Ieri è franato pure Bonaventura, forse alla sua peggiore partita in rossonero. Infine: Sosa. C’era grande attesa (vostra: mia no di sicuro). Ebbene: la sua gara è stata affascinante. Prima ha sfiorato il gol. Poi, dopo aver colpito la traversa, ha girato una puntata di In treatment.

9. Ora che ci penso: l’unica cosa memorabile di Joe Hart è quel suo eterno sguardo da Stanlio albino, che ha appena preso una multa per divieto di sosta da Nardella.

10. I cooling break non sono time out. Sono leggi ad personam per Montolivo.

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