I sette giorni della crisi della giunta di Virginia Raggi in Campidoglio fanno segnare un calo per il Movimento 5 stelle nei sondaggi. In tutte le rilevazioni degli ultimi giorni per i grillini si registra il segno negativo: -4,4% per Swg, – 3% per Tecné e Ipr (Porta a Porta) e -1% per Ixè (Agorà Estate Rai 3). Nella classifica di fiducia dei leader il deputato M5s Luigi Di Maio passa dal 28% al 26. Una settimana dopo l’inizio del caos romano risulta chiara la prima emorragia nei consensi per i 5 stelle. Dall’altra parte crescono il Pd (anche se di poco meno di un punto), Forza Italia e Lega Nord. Interessante anche notare che secondo la maggioranza degli intervistati da Ixè c’è un problema di trasparenza dentro il Movimento, ma Raggi non deve fare un passo indietro. E per l’84 per cento degli elettori 5 stelle, la crisi dell’amministrazione grillina è dovuta “all’accanimento dei poteri forti”.

In controtendenza e molto cauto sul presunto crollo dei pentastellati, il sondaggista Nicola Piepoli, secondo cui, al momento, la crisi romana avrebbe effetti “statisticamente ininfluenti”. “Roma è la Capitale ma è pur sempre una città”, ha detto all’agenzia Ansa, “non è l’Italia. Accanto alla Raggi c’è pure la Appendino a Torino, considerata da tanti bravissima. Guai a dimenticarci che il M5s è un movimento nazionale, non locale, e che oggi vale stabilmente il 27,5%. Per verificare seriamente se la crisi abbia prodotto una tendenza negativa stabile dovremo aspettare almeno 2 o 3 mesi. Ma a quanto mi risulta, il 5 settembre, alla domanda se la Raggi stia lavorando per il bene della sua città, il 30% ha risposto di si. Favorevoli alla sindaca di Torino, il 45%. E addirittura, sempre lo stesso giorno il M5s a livello nazionale cresce dello 0,5%, attestandosi a quota 27,5%”.

Tutto è iniziato con le dimissioni nella Capitale dei cinque dirigenti (tra cui l’assessore al Bilancio) del primo settembre, poi la notizia dell’indagine che vede coinvolta la titolare all’Ambiente Paola Muraro e di cui Raggi e direttorio erano a conoscenza ma non hanno informato i cittadini. Infine gli scontri tra i vertici M5s e il braccio di ferro tra la prima cittadina e Beppe Grillo. Al centro delle polemiche anche Di Maio, da sempre indicato come l’aspirante candidato premier per i grillini, e che invece è stato messo sotto accusa per la gestione del caso Roma. Se in un primo momento gli esperti non avevano visto un effetto significativo sui sondaggi a livello nazionale, sette giorni dopo i 5 stelle pagano le conseguenze di un caso che ha travolto il M5s.

Swg: “Meno 4,4 punti per i 5 stelle” – Il sondaggio Swg, pubblicato da il Messaggero, mette a confronto le rilevazioni del primo settembre al rientro dalla pausa estiva della politica con quelli del 9 settembre dopo la crisi M5s a Roma. I grillini passano dal 29,5 per cento al 25,1%. “La ragione principale”, ha detto il direttore scientifico di Swg Enzo Risso al quotidiano, “sta in tutto ciò che ruota intorno al caso Roma. La vittoria della Raggi è stata un simbolo della voglia di cambiamento importante e nello stesso tempo un banco di prova non solo sulla capacità di governare ma anche nell’essere differenti come metodo”. La prima valutazione dei cittadini, ha detto Risso, evidenzia i limiti di questa esperienza: “Sta emergendo del dilettantismo, ma anche un movimento fatto di individualità non unite”. Il Pd al tempo stesso cresce, ma appena dello 0,6 per cento (dal 30,4 per cento al 31%). Secondo Swg a fare un balzo significativo a fronte dell’emorragia M5s è la Lega Nord che in una settimana passa dal 12,8 per cento al 14,1%. Lieve aumento anche per Forza Italia (dal 13,6 al 13,9%), stabile Fratelli d’Italia (3,9%).

Ipr e Tecnè: “I grillini perdono 3 punti percentuali rispetto a luglio” – Il Movimento 5 stelle è in calo anche secondo le rilevazioni di Ipr e Tecnè per la trasmissione “Porta a Porta”. In questo caso il confronto è con i sondaggi di luglio scorso. Ipr segnala -3 punti percentuali per M5s (27%), più 1 punto per il Pd (32%), -0,5% per la Lega Nord (12,5%). Stabile Fdi al 4 per cento. Tendenze simili a quelle di Tecnè che evidenzia una lieve crescita per il Pd che arriva al 31,5% (più 0,5) a fronte di un calo del M5s del 3 per cento (27,5%). Crescono di un punto la Lega Nord (13,5%) e Fratelli d’Italia (4,5%), in calo di 0,5 Forza Italia (13,5%).

Ixè: “M5s perde un punto. Ma il 65% degli italiani non vuole le dimissioni della Raggi” – Secondo la rilevazione dell’istituto Ixè per Agorà Estate il calo del Movimento 5 stelle è più contenuto: i grillini registrano un meno 0,9 per cento, mentre il Pd cresce dello 0,3 passando al 32,9%. E’ in crescita dello 0,3 per cento anche Forza Italia, mentre la Lega Nord perde lo 0,4 per cento. La fiducia nel governo Renzi questa settimana resta stabile al 31%.

Se il Movimento scende nei consensi, al tempo stesso però l’esperienza di Raggi come sindaca di Roma non viene condannata dagli intervistati. Il 65% degli italiani interpellati infatti ritiene che la prima cittadina non dovrebbe fare un passo indietro, mentre a favore delle sue dimissioni si schiera il 21 per cento. Ancora più netto il dato tra gli elettori del M5s, l’88% dice no al ritiro e l’84 per cento ritiene che le difficoltà dell’amministrazione grillina siano dovute all’accanimento dei poteri forti. Secondo il 52% degli intervistati inoltre c’è un problema di trasparenza all’interno del Movimento, mentre il 40% degli interpellati sostiene che il problema non esista. Percentuale che sale tra gli elettori di Grillo (67%), mentre c’è poca trasparenza per il 24%.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella rimane il leader che ispira maggior fiducia agli italiani. Il capo dello Stato raccoglie il 57% delle preferenze delle persone intervistate. Seguono il premier Renzi stabile al 33%, mentre Luigi Di Maio (M5s) perde due punti e passa dal 28 al 26%.

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