“Chi siamo? Una giovane coppia di pazzoidi amanti dei viaggi”. Si presentano così. Lui è Stefano Pingue, milanese di 32 anni, professione chef. Lei è Annamaria Renis, 33, architetto prima, tatuatrice professionista da dieci anni, originaria della provincia di Brescia. La svolta della vita nel 2009, in un locale. “Ci siamo conosciuti, innamorati, e trasferiti a Londra”. Diciotto mesi in Inghilterra, il tempo di progettare il primo viaggio in motocicletta, con Annamaria che ha preso la patente cinque mesi prima di partire. Siamo nel giugno del 2011. Da Urago d’Oglio, 3.800 anime nel Bresciano, a New Delhi, India, 22 milioni di abitanti. Poi nel marzo del 2012 l’arrivo a Perth, in Australia, dove si sono stabiliti e dove vivono da quattro anni. E ad agosto sono partiti per il tour della terra dei canguri. Direzione Nord, in senso orario mappa alla mano. Non in moto stavolta, ma su un fuoristrada. Tra Australia e Tasmania, 25/30 mila chilometri in tutto, per fare ritorno a Perth a febbraio dell’anno prossimo. Un viaggio che diventerà un diario: ogni giorno le tappe, con video e foto, saranno scandite sul sito Percorrendo in due +2 e sui social.

“Chi siamo? Una giovane coppia di pazzoidi amanti dei viaggi”

Nella testa di Stefano, il “magnifico” viaggio verso l’India è sempre lì, cristallizzato in un susseguirsi di “indimenticabili esperienze”. Montano in sella il 27 giugno del 2011. Tre mesi e dopo aver attraversato Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro, Macedonia, Albania, Grecia, Turchia, Georgia, Iran e Pakistan giungono nella terra dei Maraja. Per proseguire con Nepal – dove i due ragazzi di sposano – Indocina, Laos e Thailandia.

Durante gli spostamenti, Stefano e Annamaria si fanno portavoce di associazioni umanitarie alle quali danno visibilità e per le quali “raccogliamo fondi per realizzare i loro progetti”. Come esempio la ‘Mimosa Rossa’ in Nepal, attraverso la onlus Apeiron, dedicato alle donne vittime di violenze. “L’obiettivo è insegnare loro un mestiere e renderle indipendenti economicamente lungo la strada dell’emancipazione e del riscatto”. O come il progetto indiano chiamato Le briciole di zia Chandra, rivolto ai bambini disabili che frequentano il centro riabilitativo Anjali, nel Tamil Nadu. “Trecento euro raccolti per garantire il mantenimento di un mese della struttura”.

“Il budget ci permette di arrivare a febbraio e abbiamo pianificato le tappe di conseguenza”

Poi i quattro anni australiani – la casa in affitto, il lavoro di cuoco per lui e di tatuatrice per lei – per racimolare il denaro e intraprendere il giro dell’Australia. “Il budget ci permette di arrivare a febbraio e abbiamo pianificato le tappe di conseguenza”. La voglia di partire era talmente tanta, racconta Annamaria, “che ultimamente ogni domenica alle 4 di mattina svendevo qualsiasi cosa per pochi dollari al mercato”. Giochi. Tappeti. I vecchi vestitini di Laskan, il primogenito che ora ha tre anni e al quale è stato dato un nome inventato. “Abbiamo smaltito tutto ciò che si è accumulato in quattro anni di ordinaria vita australiana per ‘guadagnare’ qualche giornata di viaggio in più”. “Ordinaria” che per la coppia significa “lavori tutto sommato stabili per due persone non abituate ad essere stanziali”. Olivia nasce all’inizio del 2016. Lei ha il doppio passaporto. Mentre Stefano, Annamaria e Laskan lo avranno solo nel 2017. Ora sono semi-cittadini australiani dopo l’ottenimento del visto permanente.

A Stefano e ad Annamaria l’Italia non manca: sono tornati due volte in quattro anni, in coincidenza con la nascita dei due figli. E considerano gli italiani “troppo lamentosi”, soprattutto quelli che arrivano in Australia e raccontano di essere sfruttati nelle farm. “Certo, per chi arriva qui con il classico working holiday visa la vita all’inizio non è semplice, ma con un po’ di buona volontà ce la si può fare. Anche senza piangersi addosso”. Il progetto a lungo raggio, dopo l’Australia, è raggiungere tutti e cinque i continenti. “Anche se per l’Africa la vedo dura”. Sta di fatto che Europa e India sono già in cascina. E dopo l’Australia verso metà del 2017 si parte per il Sudamerica. La stella polare che guida i vostri viaggi? “Credere nell’idea che la vita sia unica e preziosa e che il mondo sia stato creato per essere esplorato, conosciuto a fondo, compreso ed amato per quello che ci offre nella sua semplicità”.

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