Buona la prima, quella vera almeno. Dopo aver steccato l’esordio in amichevole con la Francia, Giampiero Ventura inizia bene il lungo percorso delle qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018. L’Italia vince 3-1 in Israele. Soffre il giusto all’inizio su un campo difficile, e molto più del dovuto alla fine quando un disastroso Chiellini rimette in partita i padroni di casa, regalando un gol e un uomo agli avversari. Ma vince. Decisive le reti di Pellè e Candreva (su rigore) nel primo tempo, poi la capacità di restare uniti e resistere oltre mezzora in inferiorità numerica. Un po’ anche l’inconsistenza di Israele, non proprio una corazzata continentale, capace comunque di fare paura agli azzurri. Fino al gol scaccia fantasmi di Immobile.

È stata la stessa Italia vista (e criticata) contro la Francia, nel modulo e più o meno anche negli uomini: ancora col 3-5-2 impostato da Conte nella vecchia gestione, e da cui Ventura non sembra volersi discostare, almeno in questo momento. E dall’ossatura titolare dell’Europeo. Rispetto all’amichevole del San Nicola, però, gli innesti di Bonucci (rientrato dopo i problemi di salute del figlio), Verratti e Antonelli sono stati fondamentali: il primo ha restituito solidità alla difesa. Il secondo ha preso in mano il centrocampo come non accadeva dai tempi di Pirlo, con qualche lancio in meno ma molta più tenuta difensiva. Il terzo ha dato un senso anche alla fascia sinistra, inerte con De Sciglio (quattro giorni fa la nazionale aveva attaccato praticamente solo a destra) e ora di nuovo viva: da lì, infatti, sono partiti l’assist del gol che ha sbloccato il match al 14′, e anche l’azione del raddoppio, col penalty propiziato da Bonaventura. Il resto lo ha fatto lo spirito di squadra, con una concentrazione ben più alta (ma sarebbe stato strano il contrario) di quella deficitaria di un’amichevole.

Verratti regista e leader a tutto campo, da fuoriclasse di caratura internazionale (solo in Italia non l’abbiamo ancora capito). Pellè che eguaglia Francesco Totti a quota 9 reti in azzurro. Una manovra ariosa in attacco e più solida dietro (anche se il disequilibrio del 3-5-2 di Ventura in certe fasi di gioco resta preoccupante). Passi in avanti evidenti, dunque. Che avrebbero concesso al ct una serata molto più tranquilla, se non fosse stato per Chiellini. Raramente le prestazioni di un singolo possono determinare da sole il rendimento di un’intera squadra; ma stavolta sarebbe forse più giusto giudicare la partita dell’Italia al netto degli errori dello juventino, che aveva giocato male già contro la Francia. Fino al suo svarione che ha regalato il gol del 2-1 a Ben Haim (bravissimo poi l’israeliano a superare Buffon con un pallonetto da campione), la nazionale era in pieno controllo. Ed era in controllo anche nella ripresa, fino all’espulsione per doppia ammonizione per un fallo ingenuo ed inutile a metà campo. A quel punto la sofferenza è diventata inevitabile, anche se la pressione israeliana è stata più territoriale che concreta. Solo un’occasione vera, con Zahavi, sventata da Buffon. Poi tanta difesa e il contropiede di Immobile a cinque minuti dalla fine. L’Italia parte bene, con tre punti pesanti su un campo dove quasi tutti faticheranno. Ancora più preziosi visto il probabile pareggio dell’Albania in casa con la Macedonia (la partita è stata interrotta sull’1-1 per maltempo a pochi minuti dal termine). La Spagna, invece, ha vinto in goleada (8-0) sul Liechtenstein, ma questo era più che prevedibile. La lunga corsa al primo posto che qualifica direttamente ai Mondiali è cominciata. Ma almeno il secondo posto (buono per i playoff) sembra un po’ più garantito.

di Lorenzo Vendemiale

Twitter: @lVendemiale

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