Ancora poche ore per aderire all‘offerta di rimborso del governo argentino di Mauricio Macri ai 50mila risparmiatori italiani che hanno ancora in portafoglio i famigerati Tango bond, le obbligazioni andate in default nel 2011. La proposta, valida per chi non ha aderito alle due offerte di scambio lanciate nel 2005 e 2010 e non ha partecipato all’arbitrato Icsid mediante la Task Force Argentina, prevede il pagamento in denaro di un importo pari al 150 per cento del valore nominale dei titoli.

Somme, si legge in una nota dell’Aduc, che saranno tassate al 12,5% della differenza tra la somma rimborsata e il costo o valore di acquisto del titolo, aumentato di “ogni onere inerente alla relativa produzione” (in pratica le commissioni). Questi redditi vengono considerate plusvalenze da capital gain con cui si possono compensare eventuali minusvalenze precedenti.

Chi avesse una causa in corso con la propria banca, è il suggerimento dell’associazione, deve tenere presente che il giudice potrebbe essere condizionato in maniera negativa dal fatto che il cliente non ha preferito chiudere l’accordo con l’Argentina. In caso di abbandono della causa, meglio accordarsi con la controparte e evitare l’accollo delle spese legali. Quanto all’opportunità di aderire, l’Aduc sottolinea che l’offerta è analoga a quella raggiunta dalla Task force Argentina mediante l’arbitrato Icsid, che si è concluso appunto con un accordo poco prima dell’emanazione del lodo arbitrale, e consente di mettersi alle spalle una vicenda iniziata quindici anni fa.

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