Sono già arrivate le prime stufe nel campo allestito ai piedi di Pescara del Tronto, uno delle frazioni più colpite dal sisma. Perché in queste zone già a fine agosto bisogna fare i conti con temperature quasi invernali, che possono scendere anche al di sotto dei dieci gradi. “Queste persone nel giro di 2 o 3 settimane dovranno andare via” spiega il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci, in visita nel campo. Di sicuro per gli sfollati, che ancora piangono i loro morti sepolti dalle macerie, la vita in tenda non è affatto facile. “Fa caldo di giorno e freddo di notte. E poi qui vicino al fiume non si riesce a stare, c’è troppa umidità. Speriamo di andare via presto”. Alcuni camminano in silenzio tra le tende blu con lo sguardo perso nel vuoto. Altri parlano tra loro, cercano di aiutarsi per le piccole esigenze di tutti i giorni, come rammendare una maglia o procurarsi un piumino per la sera. Hanno perso tutto ma nessuno di loro si lamenta o fa polemica. “Non stiamo nemmeno a pensare al caldo o al freddo. Siamo troppo demoralizzati per quello che è successo”.

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