Quando abbiamo annunciato in giro che la nostra prossima meta sarebbe stata il Lussemburgo la prima risposta è stata “C’è qualcosa da vedere in Lussemburgo a parte le banche?” A dire il vero, neanche noi sapevamo molto di questo piccolo paese nel cuore d’Europa prima di organizzare il viaggio, ma abbiamo approfittato della vicinanza da Strasburgo (nostra attuale base logistica) per farvi un salto. Bilancio? Abbiamo scoperto angoli incantevoli, castelli degni di fiabe e valli verdeggianti.

Partiti al mattino, abbiamo attraversato la Lorena in treno e siamo arrivati alla stazione di Lussemburgo città verso mezzogiorno. Dopo pranzo abbiamo rimesso lo zaino in spalla e ci siamo diretti verso la Valle di Mullerthal, nel nord est del paese, anche nota come la piccola Svizzera del Lussemburgo. Dopo aver attraversato praterie e colline che più verdi non si può, ci siamo fermati al Castello di Beaufort. O forse sarebbe meglio dire ai Castelli di Beaufort visto che ce ne sono due: il primo risalente al rinascimento accessibile solo in visita guidata, ma che vale la pena vedere, in particolare per i suoi magnifici giardini nonché le auto d’epoca d’eccezione conservate in perfetto stato nel garage e il secondo, costruito nel medioevo, che vi farà fare un salto indietro nel tempo per finire con un digestivo a base di ribes nero preparato sul posto.

Per restare in tema abbiamo poi raggiunto, una decina di km più a sud, il Castello di Larochette che, come un grande parco d’avventura, invita con le sue torri e imponenti mura a scoprirne ogni angolo fino a raggiungere il punto più alto dal quale si gode di un panorama unico su tutta la valle. A fine giornata lasciamo la Valle di Mullerthal e i suoi castelli per raggiungere le vicine Ardenne (da non confondere con quelle francesi) fermandoci nel paesino di Vianden, mezzora di strada più a nord, a pochi km dal confine con la Germania.

Dopo il meritato riposo, l’indomani siamo pronti per un nuovo castello, il più incantato di tutti, quello di Vianden. Le opzioni sono due: una ripida salita o una comoda seggiovia. Appena arrivati in cima, la vista mozzafiato ci ha letteralmente immobilizzati davanti a cotanto spettacolo. Scesi al paese siamo pervasi dall’atmosfera rilassata di queste piccole stradine fiorite che ci accompagnano fino al fiume Our.

Dopo pranzo è la volta del Castello di Clervaux, a pochi km dal confine a nord con il Belgio. Stavolta però nessun ponte levatoio, antiche mura o torri da scalare ma una galleria fotografica iscritta dall’Unesco sul registro della Memoria del mondo. The Family of Man, questo il nome della mostra fotografica, riunisce una serie di foto del dopoguerra realizzate da 273 artisti originari di 68 diversi paesi. All’interno, scatti che ci mostrano quanto noi tutti si abbia in comune, indipendentemente dall’etnia, la cultura o la religione di appartenenza. Una mostra che non lascia indifferenti ma che emoziona e fa riflettere. Né sdolcinata né triste, solo scatti autentici e meravigliosi raffiguranti momenti di vita dell’umanità.

Per la notte facciamo rotta verso sud per tornare a Lussemburgo città e capitale omonima del paese per raggiungere il cuore del quartiere delle istituzioni europee, tra le due torri dorate e scintillanti della Corte di Giustizia dell’Ue e a due passi dal centinaia di colonne bianche dell’Orchestra filarmonica del Lussemburgo.

Il nostro ultimo giorno a Lussemburgo città raggiungiamo gratuitamente in bus (le domeniche in cui i negozi sono aperti i trasporti pubblici sono gratis) il centro storico della città dove visitiamo il Palazzo Granducale. E’ senza dubbio una meta da visitare ma c’è da sapere che l’accesso non è libero bensì guidato (la visita dura circa un’ora) e non si possono scattare fotografie. Usciti dal Palazzo e salutata la guardia in alta uniforme che ne sorveglia l’ingresso, ci intrufoliamo nelle strade del centro storico dove le boutique di lusso fronteggiano bar e kebab, passando per la tranquilla Place d’Armes, sede privilegiata di concerti estivi e terrazze di ristoranti fino a raggiungere la famosa Corniche da dove ammirare dall’alto il panorama sulla città vecchia.

Incuriositi dagli enormi buchi nella roccia dentro i quali si intravedono delle persone, ci avviciniamo per capire di cosa si tratti e finiamo nelle Casematte del Bock, una serie di gallerie sotterranee scavate nella roccia che per secoli hanno avuto una funzione difensiva della città. Ci perdiamo in questo labirinto di corridoi e scale che spesso si rivelano essere vicoli ciechi senza uscita e capiamo perché all’ingresso un cartello sconsigliava la visita a chi soffre di claustrofobia o cardiopatie. Superate le scale e raggiunto il corridoio di archi un sospiro di sollievo misto a stupore per il belvedere che offre questa postazione e che sembra fabbricato in serie per tutti quelli che ci seguono ci consente di concludere il nostro viaggio con una delle più belle cartoline di questo viaggio.

Per i buongustai, la bussola gastronomica consiglia:

A Lussemburgo: Le Sud, ristorante elegante a prezzi accessibili situato in un’antico birrificio; Am Tiirmschen, nell’isolotto gastronomico,privilegia i prodotti locali; Ca(fé)Sino, nell’antico Casino Luxembourg, per assaggiare squisiti dessert in un’atmosfera d’antan.

A Vianden: Ristorante/Hotel Petry: per vegetariani in cerca di tarte flambés fatte in casa o l’osteria Aal Veinen Beim Hunn per carnivori amatori di abbondanti grigliate.

Tutte le foto del Lussemburgo.

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