“Sono stati i richiedenti asilo a chiedere di poter dare una mano in questo momento tragico per la Regione Marche che li ospita” ha ricordato Paolo Bernabucci, dirigente del Gruppo umano solidarietà (Gus), in merito alla scelta di venti ragazzi – attualmente residenti nel Gus di Monteprandone (un piccolo Comune della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche) e in prevalenza nord africani – che hanno chiesto, proprio a Bernabucci, il permesso di recarsi sui luoghi del disastro, offrendosi come volontari.

I ragazzi sono partiti nella tarda mattinata di ieri per raggiungere Amandola, uno dei centri abitati colpiti dal sisma che alle ore 3 e 36 di mercoledì 24 agosto ha colpito il Centro Italia (qui la cronaca della giornata). Mentre altri 75 giovani, attualmente accolti in un Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) a Gioiosa Ionica (in provincia di Reggio Calabria), hanno donato il loro pocket money, ossia la somma garantita loro per le spese personali, circa 2,5 euro al giorno, per fare una donazione agli sfollati dei comuni di Accumoli, Amatrice e Pescara del Tronto.

Mentre i populisti nostrani, ad oggi, risultano non pervenuti.

E’ utile ricordare questo gesto che, nella marea di solidarietà della gente comune, ci parla di un senso di comune empatia che travalica origini e luoghi fondendosi in un sentire comune: quello della cittadinanza. Altro significato hanno l’incontro e la solidarietà che viene dai giovani che hanno abbandonato paesi e affetti lontani, a causa di guerre o disastri naturali, trovandosi oggi fianco a fianco a chi ha perso tutto nel terremoto italiano.

In questo dolore, ci si riconosce nel gesto di una solidarietà umana e materiale che trascende ogni appartenenza, concretizzandosi in quelle mani nude, di ogni colore, che scavano nelle macerie dell’Italia centrale.

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