“Questo è un paese nato nell’Ottocento con terra e sassi. Dopo il terremoto dell’86 la Regione finanziò i lavori dando permessi per fare i tetti in cemento armato. Quanti tetti di cemento armato sono stati fatti pesare sui muri di pietra?”. Dopo lo spavento è tempo di ragionamenti e accuse per Antonio, abitante di Accumoli che nel sisma della notte del 23 agosto ha perso tutto, parenti e casa. “Sono dei farabutti, c’era una direttiva – denuncia – Poi l’hanno cambiata dicendo che i tetti così non si potevano fare, ma orma il danno era stato fatto. Chi ci comanda sa che questo paese è a rischio sismico. Ora contiamo i morti. Ho perso un cugino a Illica, questa è una vergogna. Ora questo paese sai che fine fa? Verrà transennato, dei container e nulla più. Nessuno metterà i soldi per rifare questi palazzi. L’Italia è una vergogna” (Giuliano Rosciarelli/alaNEWS)

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Norcia esempio virtuoso, senza morti né feriti grazie alla “buona ricostruzione”

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