Non si ferma la strage quotidiana ad Aleppo e nella sua provincia. Un bombardamento sui sobborghi di Orm al-Kobra e Kafar Halab, e nelle campagne occidentali e sudoccidentali della provincia, ha provocato la morte di 25 persone, 16 delle quali civili, compresi due bambini e 4 donne. A denunciarlo è l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

Una nuova mattanza, altri bambini uccisi a sole 24 ore di distanza dalla morte di Ali, 10 anni, fratello di Omran, 3 anni, il bambino la cui immagine mentre siede in un ambulanza coperto di polvere e sangue è diventata il simbolo della tragedia dei civili vittime della guerra siriana. Ali è morto a causa delle ferite riportate nello stesso bombardamento in cui è rimasto coinvolto il fratellino.

“Aleppo rischia di morire”. Questo l’allarme lanciato dall’inviato speciale dell’Onu per la Siria Staffan de Mistura, intervenuto sabato al Meeting di Rimini, che ha aggiunto che la città, un tempo la più popolosa della Siria e centro delle sue attività economiche, “è il simbolo dell’orrore di questa interminabile guerra di cinque anni”. Una città un tempo “meravigliosa” dove oggi “a parlare sono le bombe, i razzi, le bombole a gas, i cecchini e i mortai”. De Mistura ha ricordato che al suo appello per una tregua di almeno 48 ore che consenta di fare arrivare aiuti umanitari alla popolazione, “la Russia ha risposto di sì”. Ma ora, ha sottolineato, “la parola passa al governo e all’opposizione, perché le tregue si decidono in due. Noi stiamo spingendo”.

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