Prendete una festa di piazza, nello specifico quella di San Rocco, a Vasto. Prendete, quindi, un pubblico molto ampio, disattento, lì più per vedere i fuochi d’artificio finali e per celebrare in qualche modo la fine delle vacanze. Prendete un artista in cartellone che, apparentemente, con quella situazione non c’entra niente. Di più, prendete un gruppo di apertura piuttosto sconosciuto, anche a chi segue musica, sicuramente alla stragrande maggioranza dei presenti, che invece sicuramente conoscono l’artista in cartellone per i suoi trascorsi televisivi, pur ignorandone completamente il repertorio. Miscelate il tutto e avrete una delle serate di rock’n’roll più pazzesche che vi sia capitato di vedere in vita vostra. E sì che di serate di rock ‘n’ roll, in vita vostra ne avete viste parecchie.

Andiamo ai fatti. Ieri a Vasto, ridente cittadina di mare in provincia di Chieti si festeggiava San Rocco. Come tutti gli anni. Concerto sul lungo mare di Vasto Marina e poi fuochi d’artificio. Ogni anno viene scelto un artista per intrattenere il pubblico, solitamente qualcuno che è in classifica, o ci è stato recentemente, gente del momento. Quest’anno, a sorpresa, e proprio sul fotofinish, è saltato fuori il nome di Morgan. Seguito dai soliti mugugni paesani. Morgan è famoso per i suoi trascorsi a X Factor, quest’anno per Amici, ma non è che sia esattamente il cantante che ti immagini a cantare in una festa paesana. Ma Vasto è, da tre anni a questa parte, anche la location del più pazzesco e bel festival rock italiano, il Siren Fest, e questo sembra aver lasciato un segno. Infatti è la faccia di Morgan quella che si vede nei cartelloni. Arrivo in piazza quando il concerto dovrebbe già essere iniziato, ma così non è e anche di pubblico ce n’è pochino.

Mi chiedo, come molti, se si presenterà, quando sul palco arriva un tizio del comune che premia i castelli di sabbia e introduce il gruppo di apertura, i Lombroso. Sono habitué di Vasto, li ho conosciuti qui alcuni anni fa, e sono del giro di Morgan da sempre. Scelta azzardata, far aprire a un duo che sembra un mix tra White Stripes e Lucio Battisti, ma sono bravi e tengono la piazza. Di più, il batterista, Agostino Nascimbeni, ancor più del chitarrista e cantante Dario Ciffo, coinvolge il pubblico con le sue istrionerie, finendo per portare a casa il risultato. Top quando passa da un ricordo a Elvis Presley, nel giorno del trentanovesimo anniversario della sua morte, “Grande Elvis”, a introdurre un brano di Bruno Lauzi con un “Grande Bruno”. Però, a pensarci bene, il segreto dei Lombroso, e in parte anche del Morgan che di lì a breve salirà sul palco, sta quasi tutto lì, a parte in un talento, quello di Morgan, decisamente fuori dal comune. Morgan sale insieme agli stessi Lombroso e a Daniele Megahertz, suo collaboratore di lunga data.

Partono con i Doors, perché non hanno mai suonato in quella formazione, neanche mai provato, e devono prendersi le misure, e farle prendere ai poveri disgraziati che stanno a mixer. E per circa un’ora e mezza sarà sempre così, improvvisazioni su improvvisazioni, passando da classici del rock, David Bowie in testa, a classici della canzone italiana, da Non arrosire di Gaber a Marianne di Endrigo, nel mezzo qualche rara canzone di Morgan, dilatata e slabbrata. Rock e canzone italiana, con molta elettronica, fornita da Megahertz, Morgan e il suo socio che passano da basso, divertentissimi i duetti di basso tra i due, a piano Rhodes, da chitarra a tastiere. Morgan galvanizza il pubblico, che di colpo diventa meno scettico e si lascia trasportare. Infilare Gaber tra una canzone dei Bluvertigo e una cover di Space oddity funziona. Ma funziona soprattutto il fatto che Morgan sia un vero animale da palco, un rocker puro, colto, talentuoso, capace di suonare di tutto e di far apprezzare di tutto a tutti.

La voce, punto debole del nostro, stando a chi lo critica, è bassa, roca, ma proprio in questa imperfezione sta forse il picco più alto dello show. Morgan è un vero musicista, sa che certe finezze non le può fare, in alcuni casi non le può più fare, e allora, ne fa altre. Prende i suoi apparenti difetti e li trasforma in leve con le quali sollevare il mondo. L’imperfezione della voce di Morgan è vera bellezza. Al pari della sua sapienza musicale e della sua istrioneria, con la quale intrattiene il pubblico, un pubblico composto di gente che magari neanche sapeva chi fosse ‘sto Morgan, fino a che non l’ha visto sul palco di Vasto Marina. Vederlo così in forma apre il cuore e fa ben sperare per il suo attesissimo album solista, doppio, la cui uscita è prevista in autunno, una volta archiviata per sempre la vicenda Bluvertigo. Grandi Lombroso, quindi, grande Megahertz, con la sua sigaretta sempre in bilico tra le labbra e il calice di vino appoggiato sul piano, grande, immenso Morgan.

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