Un film sulle gesta del Fronte popolare, vittorioso alle elezioni spagnole del 16 febbraio 1936. E’ questo l’obiettivo che si dà il regista Armand Guerra che a seguito della rivolta dei militari guidati da Francisco Franco decide di terminare il lungometraggio che stava girando, Carne de Fieras, e di partire per il fronte con una troupe scalcagnata per immortalare uomini e donne comuni intenti a difendere la repubblica dall’attacco reazionario.

Questo racconta Attraverso la mitraglia (tradotto e curato da Alessandro Bressolin, con una lettera della figlia dell’autore-regista, Vicenta Estibalis-Ricart; Edizioni Spartaco), un diario straordinario, scritto senza fronzoli, immediato nell’immergere i lettori nell’atmosfera di una guerra popolare e per ridare vita a episodi fondamentali per capire il proseguo del secolo scorso. È una cronaca spietata, fatta di testimonianze autentiche, di speranza ed energia. Dal mio punto di vista uno dei migliori testi usciti sul conflitto spagnolo.

Una casa editrice che si muove tra due continenti e due Paesi, Italia e Cile, che pubblica in tre lingue: italiano, spagnolo e inglese, che preferisce la strada ai salottini letterari, le librerie indipendenti e le feste di amici e compagni ai grandi store. Si chiama Edicola Ediciones, la prima casa editrice nata dentro un’edicola (si tratta dell’edicola della famiglia Primavera, da oltre centosette anni collocata nella piazza principale di Ortona) e che ha come seconda collocazione diverse abitazioni, nell’antica formula della controcultura più libera, a Santiago.

Tra i molti titoli usciti quest’anno voglio segnalare C’era una volta un passero, di Alejandra Costamagna (traduzione di Maria Nicola), una delle più interessanti e seguite autrici sudamericane contemporanee. Sono storie intimiste e oniriche capaci di far vivere, con tutta la sua potenza, l’età adolescenziale. Un linguaggio semplice e magico, parole condensate di struggente efficacia.

Oro, di Ileana Elordi (traduzione di Rocco D’Alessandro), un romanzo breve, scritto da una giovanissima autrice, che riesce a toccare corde originali nonostante la tematica, purtroppo, sia super-inflazionata: la pena d’amore. Oro è un collage toccante, composto di riflessioni, ricordi, perle di saggezza nel tentativo di fuggire e lasciarsi alle spalle il dolore.

La bandiera del Cile, di Elvira Hernāndez (traduzione di Giuliana Barbaro), un poema scritto nel 1981, dopo un periodo di detenzione nelle carceri del regime di Augusto Pinochet. Nel 1987 un’edizione ciclostilata inizia a passare clandestinamente di mano in mano e solo nel 1991 verrà pubblicata legalmente in Argentina e nel 2010 in Cile dalla casa editrice Cuneta. La bandiera del Cile è considerato, a ragione, uno dei manifesti politici letterari più importanti scritti durante la feroce dittatura, capace di forti suggestioni e di richiamare alla ragione, grazie al suo naturale cinismo, alla sua paradossale allegria e alla moltitudine di colori, suoni e immagini che le sue pagine sono in grado di evocare.

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