Hanno 30 giorni di tempo per fare bagagli e scatoloni e lasciare le loro case in cui vivono da 20 o 30 anni. Sono 24 famiglie residenti in due palazzine a via Fassini in zona Tor Vergata. Gli immobili sono stati confiscati al palazzinaro ottuagenario Marcello Magozzi, noto alle cronache giudiziarie come ‘nonno evasore’, finito ai domiciliari per evasione, truffa e associazione mafiosa. “Stiamo pagando gli sbagli degli altri, le istituzioni non ci tutelano. Ci sono bambini, invalidi, gente anziana, noi siamo semplici operai. Non ci possiamo permettere di trovare un altro alloggio con facilità”, raccontano gli affittuari. Così queste famiglie si sentono truffate dallo Stato. “Noi avevamo firmato con l’Autorità giudiziaria un contratto 4+4 dopo il sequestro preventivo avvenuto nel 2014. Ci arrivavano rassicurazioni che dopo la confisca ci sarebbe stato fatto un altro contratto. Invece ci sbattono per strada con soli 30 giorni di preavviso e ci hanno staccato pure la luce e l’acqua”, spiegano gli inquilini. La confisca è stata confermata nel febbraio del 2016, ma solo adesso arrivano le lettere di sgombero da parte dell’ufficiale giudiziario. “Il 19 agosto dobbiamo lasciare le nostre case, ma come facciamo? E’ assurdo, lo Stato non può prendersela con noi, ci aveva garantito che gli inquilini sarebbero stati tutelati”, aggiungono. Secondo l’avvocato Maria Grazia Sprecacè D’Ilario, che sta seguendo il caso, il provvedimento è del tutto legittimo perché i contratti a seguito della confisca risultano nulli, ma nessuno aveva avvisato queste famiglie. “Però c’è una falla nelle norme: se sequestri un hotel o un’attività commerciale tuteli i lavoratori garantendo loro la continuità lavorativa. Per i beni immobili non funziona così e circa 150 persone finiranno per strada senza che nessuno li abbia avvisati per tempo. Queste persone sono vittime due volte, dell’imprenditore criminale a cui loro pagavano regolarmente tutto e dello Stato”   di Irene Buscemi

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