Ammette che è stato un errore “personalizzare il referendum” e aggiunge una promessa: “I 500 milioni risparmiati con la riforma andranno ai poveri”. Matteo Renzi torna alla festa dell’Unità di Bosco Albergati, nel modenese, dove tre anni fa iniziò la sua corsa per guida del Pd. Questa volta gli sforzi sono tutti concentrati sul referendum costituzionale del prossimo autunno. “Anche io ho sbagliato a dare dei messaggi – spiega dal palco – questo referendum non è il mio referendum, perché questa riforma ha un padre che si chiama Giorgio Napolitano“. Se al voto passerà il sì, annuncia il premier, si risparmierà mezzo miliardo. Soldi che dalla politica, assicura Renzi, passeranno al fondo della povertà, “per dare una mano ai concittadini che non ce la fanno”. Un attacco è riservato poi alla minoranza Pd, tentata dal No alle urne.  “Chi vuole cambiare linea e segretario c’ha il congresso ogni 4 anni e non una volta al giorno, in tutte le tv e i talk show. Basta risse. E basta con la “sindrome Bertinotti”, ovvero la sindrome di chi chiede sempre di più e poi non ottiene niente”.
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Referendum, la retromarcia del premier Renzi: “Ho fatto un errore a personalizzare troppo”

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