Che l’Italia sia o meno già in guerra è una questione di sottigliezze terminologiche, adesso che anche gli ultimi dubbi sono stati dissipati sul fatto che le nostre forze speciali – oltre a quelle statunitensi, britanniche e francesi – siano in Libia al fianco delle forze fedeli al governo Al Sarraj. La circostanza, riportata il 30 luglio dal Fatto Quotidiano, viene confermata da un documento redatto dal Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali e trasmesso al Copasir.

“Dell’operazione italiana nell’ex colonia, autorizzata da Renzi lo scorso 10 febbraio con un decreto subito secretato”, si legge nell’articolo del Fatto Quotidiano del 30 luglio, si sa “in via del tutto ufficiosa che si tratta di un piccolo distaccamento basato all’aeroporto militare di Misurata, che partecipa insieme alle forze speciali britanniche all’operazione “Banyoun Al Marsoos” (Struttura Solida) lanciata a maggio delle brigate misuratine e dalle guardie petrolifere di Ibrahim Jadhran per riconquistare la roccaforte Isis di Sirte“.

Il documento arrivato al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, scrive l’Huffington Post, “specifica che si tratta di operazioni effettuate in applicazione della normativa approvata lo scorso novembre dal Parlamento, che consente al Presidente del Consiglio di autorizzare missioni all’estero di militari dei nostri corpi d’elite ponendoli sotto la catena di comando dei servizi segreti con tutte le garanzie connesse. Immunità compresa”.

Di quale normativa si tratta? L’articolo 7 bis della legge n.198 dell’11 dicembre 2015 di conversione del decreto di proroga delle missioni militari all’estero, approvata dalla Camera il 19 novembre e al Senato il 3 dicembre, il quale prevede che truppe da combattimento italiane vengano inviate in zona di guerra su iniziativa personale del presidente del Consiglio senza alcun voto in Parlamento. La norma consente al capo del governo, acquisito il parere (non vincolante) del Copasir di mobilitare “forze speciali della Difesa con i conseguenti assetti di supporto della Difesa” per far fronte a “situazioni di crisi o di emergenza all’estero che coinvolgano aspetti di sicurezza nazionale o per la protezione di cittadini italiani all’estero”.

Ma militari italiani sono da tempo in azione anche in Iraq: nella provincia di Al Anbar è in corso l’operazione “Centuria”, condotta dalla Task Force 44, inizialmente basata su un’aliquota del 9° Reggimento d’assalto “Col Moschin”, poi affiancati, o avvicendati, dalle altre unità dipendenti dal Cofs, dagli incursori di Marina del Comsubin, quelli del 17° Stormo dell’Aeronautica e i Gis dei Carabinieri, solitamente supportati dai ricognitori del 185° Folgore e dai Ranger del 4° Alpini.

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