La villa romana di Raffaele Casamonica, distrutta da un’esplosione provocata per un regolamento di conti interno al clan, era stata confiscata su disposizione del Tribunale di prevenzione. Lo scorso ottobre l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati aveva emesso ordinanza di sgombero, ma il bene non era mai stato abbandonato dai Casamonica. Umberto Postiglione, direttore dell’Agenzia, ha spiegato all’Ansa che i Casamonica avevano presentato un ricorso al Tar, poi respinto, contro l’ordinanza di sgombero.

“Nel frattempo – spiega Postiglione – Raffaele Casamonica era stato sottoposto alla misura di sorveglianza speciale nell’immobile, fino al 2 agosto 2016. A quel punto abbiamo chiesto al Tribunale di sorveglianza di modificare il luogo di applicazione della misura, ma non abbiamo mai avuto risposta”. Un caso piuttosto singolare, tenendo conto del fatto che la misura cautelare si contrappone alla decisione del tribunale che aveva deciso la confisca del bene. La villa infatti non era più di proprietà di Raffaele Casamonica, eppure quest’ultimo viveva lì sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

“Ora stiamo facendo verificare i danni riportati all’immobile” ha aggiunto il direttore, il quale ha annunciato che chiederà all’amministratore giudiziario di farsi promotore di un risarcimento danni a carico della famiglia di Nicandro Casamonica, il 27enne morto nell’esplosione da lui stesso provocata. Nel quartiere del clan, Romanina, è presente un’altra sontuosa villa confiscata e mai restituita alla società: si tratta della casa di Vittorio Casamonica, la quale è in stato di totale abbandono da diverso tempo.

 

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