di Pia Starace

Il nostro Premier è un campione di presenzialismo ai grandi eventi sportivi. A lui la medaglia d’oro del chissenefrega del groviglio di criticità in piena ebollizione in Italia se ci si può dileguare dall’altra parte del mondo con una “ragione di Stato” che legittima spese pubbliche e divertimento privato. Perché avere titubanze? Bisogna sventolare forte la bandiera dell’Italia (sebbene un’Italia scassata e visceralmente corrotta), come se lui – peraltro mai investito da una formale elezione – la rappresentasse davvero, tanto più ora che, perdendo miseramente le Amministrative, ha toccato con mano il distacco del paese.

L’occasione di fare lo spot non va assolutamente persa! Bisogna avanzare con forza la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024, passando sulle teste dell’attuale amministrazione romana che non ritiene affatto prioritario questo impegno a fronte di un impegno più concreto e stringente su questioni di ordinaria vivibilità cittadina che reclama no soluzioni da tempo immemorabile.

Chissenefrega della minaccia esplosiva del terrorismo, chissenefrega della concessione delle basi aeree agli americani, chissenefrega del dilagante malcontento generato dalla “Buona scuola”, chissenefrega se scarseggia il lavoro e la gente non arriva a fine mese, chissenefrega del sempre rinviato problema delle pensioni e dei privilegi dei vitalizi, chissenefrega se il Pd è profondamente diviso e che la maggioranza stia vacillando, chissenefrega che la paventata riforma costituzionale stia per sovvertire alcuni meccanismi democratici in favore di posizioni egemoniche.

Non importa, è tutto rinviabile, è tutto accantonabile di fronte alla impellenza di esserci, lì a Rio, dove Phelps, Usain Bolt, Federica Pellegrini e altri grandissimi atleti lo faranno sognare! E vai con le foto gongolanti, vai con le pacche sulle spalle, vai con i discorsi propagandistici sulla magnificenza italiana, vai con la straordinaria vacanza di famiglia! Dove il  contesto è entusiasmante e l’occasione unica (e forse irripetibile): lì Renzi c’è e nutre bulimicamente la sua vanagloria! Una tentazione alla quale non può resistere.

Del resto, cosa potevamo aspettarci da uno che senza esitazioni ha usato un volo di Stato per essere a New York alla finale tutta italiana degli US Open nel settembre scorso, a farsi un selfie abbracciato alla Pennetta e alla Vinci, fregandosene altamente dell’appuntamento con i problemi dell’agricoltura e del lavoro del Mezzogiorno che era lì ad attenderlo speranzoso, alla Fiera del Levante?

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