•Perché la Iaaf ha aperto questa inchiesta su Schwazer?
Perché ha ricevuto tre esposti da un tesserato italiano. La motivazione è semplice: secondo il codice Wada, durante le squalifiche per doping è proibito all’atleta partecipare a “training camp”, “esibizioni” o “allenamenti” organizzati “dalla Federazione nazionale o da società affiliate”, si legge nel documento ufficiale dell’Agenzia mondiale antidoping. Schwazer aveva ricevuto l’ok della Procura antidoping per “test a porte chiuse”, ma di tutti gli allenamenti esistono foto e riprese video. Lo stesso Schwazer aveva pubblicizzato i test tramite la sua pagina di Facebook e alcuni siti avevano fatto anche delle dirette testuali. Inoltre, la pista di Tagliacozzo – secondo quanto si evince da un documento del Comune – sarebbe gestita dai Magic Runners, società affiliata alla Fidal. Elementi che, secondo chi ha presentato l’esposto, cozzano con il regolamento Wada sugli atleti squalificati perché i tre appuntamenti non sarebbero stati degli ‘allenamenti a porte chiuse’ ma delle ‘esibizioni’, quindi punibili, per dimostrare i progressi del marciatore che ha terminato il suo periodo di stop a fine aprile. In caso di conferma delle violazioni, al di là di come finirà la vicenda doping l’8 agosto, da regolamento rischia una squalifica pari a quella che ha già scontato.
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