A un anno dalla sentenza di secondo grado non sono ancora arrivate le motivazioni. Ed è per questo motivo che il ministero della Giustizia ha inviato un’ispezione alla corte d’appello di Taranto, che il 27 luglio del 2015 ha condannato Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri per l’omicidio di Sarah Scazzi.  A sollevare il caso, sulle pagine del quotidiano La Stampa, è il professor Franco Coppi, legale della Misseri.  “È passato un anno e non abbiamo ancora notizia delle motivazioni -ha detto l’avvocato – In cinquant’anni non mi era mai capitato di assistere ad una cosa del genere. Siamo di fronte a una grave lesione dei diritti della difesa”.   L’avvocato Coppi ha poi fatto anche un appello diretto al ministro della Giustizia, Andrea Orlando: “Fatti di questo genere meritano attenzione e chiarimenti e dato e non concesso che il sovraccarico di lavoro abbia causato questo ritardo, bisogna fare in modo che questo non avvenga più perché non è accettabile sul piano della civiltà del diritto”.

Da via Arenula hanno quindi fatto sapere di aver avviato accertamenti preliminari: l’ispettorato generale del Giustizia italiana chiederà informazioni per il ritardo al presidente della corte d’Appello di TarantoSecondo quanto ribadito il 27 luglio 2015 dalla Corte di assise di appello di Taranto, presieduta da Patrizia Sinisi, la minorenne è stata strangolata dalla cugina Sabrina e dalla zia Cosima Serrano ed è morta il 26 agosto 2010.  La Corte confermò l’ergastolo per Sabrina e la madre Cosima, ritenute autrici materiali del delitto, e quella ad otto anni di reclusione per Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, per soppressione di cadavere. Il giudice a latere di quella sentenza, Susanna De Felice, che è anche il magistrato incaricato di redigere le motivazioni, nel periodo in cui il processo si stava concludendo era anche componenti di una commissione per un concorso in magistratura. Per questo motivo nei mesi scorsi aveva anche chiesto e ottenuto una proroga dei termini di deposito delle motivazioni della sentenza.

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