“Non ho mai ricevuto un benvenuto così, sono sopraffatta dall’emozione, ciò che fate a Giffoni è meraviglioso”. Queste le prime parole di Jennifer Aniston sul palco della Sala Truffaut al Giffoni Film Festival nell’incontro con le giurie generator: arrivata leggermente in ritardo, la star si concede per il tradizionale blue carpet in mezzo ai giurati. Firma autografi, si fa foto, aiuta i giurati a sistemare il telefono per lo scatto giusto, prende il cellulare e si improvvisa fotografa: alla fine riceve il Giffoni Experience Award, e parla di un’esperienza che non dimenticherà mai.

“Ti amiamo”, le urla il pubblico quando entra in Sala Truffaut, e lei dice “Sono io che amo voi“. L’incontro è un fuoco di fila di domande, con la Aniston che parla di una “meravigliosa seduta collettiva” per la profondità delle domande, tra sessismo ad Hollywood e bullismo, la sua carriera, i consigli per chi volesse entrare nel mondo del cinema o crescere come persona, senza dimenticare la differenza tra teatro e cinema e al ruolo “cui sarà per sempre grata”, quello di Rachel Green in Friends. Non sono mancati momenti di commozione per domande dal tono shakespeariano o quando qualcuno le confessa di ritenerla un modello e che ammira lei più di tutte le attrici, ma ci sono anche stati momenti in cui esce la verve comica dell’attrice, come quando il microfono di una giurata non funzionava e la Aniston le ha risposto con un “Non funziona? Allora urla”. Per non parlare delle sorprese, il ritratto di un ragazzo della Georgia e un sacco di caffè da alcuni giurati di Santo Domingo.

SESSIMO A HOLLYWOOD – Ampio il tempo dedicato alle tematiche femminili: “Credi sia importante che le donne famose e le attrici come te parlino del sessismo a Hollywood?“, la domanda di una giurata che porta alla decisa risposta dell’attrice:  “Sì, e credo che se ne stia già cominciando a parlare, soprattutto sui tabloid. Sta a noi cercare di dare più potere alle donne, che poi è semplice eguaglianza tra i sessi. Bisognerebbe abbandonare l’aspetto mediatico e social delle donne, articoli sul loro look e le scarpe che portano, solo così noi donne potremo rimpossessarci dei nostri valori e ristabilire la giusta eguaglianza tra sessi”. Ma c’è anche un messaggio per le donne di domani: “Credo che la prima cosa da dire alle donne sia, sostenetevi. Fin da quando ero una ragazzina ho avuto amiche donne – rivela la Aniston –  con cui ci siamo sostenute a vicenda, sempre, ci siamo nutrite spiritualmente l’una dell’altra e questo ci ha reso forti. Createvi anche voi una cerchia così – il consiglio della giurata ai ragazzi – senza sentire il bisogno di cambiare. Non conta altezza, peso, conta solo che voi vi amiate per quello che siete, senza cercare di cambiarvi: questo renderà forti voi e quello che vi state  intorno”. Come può il cinema raccontare le battaglie quotidiane delle donne, chiede un’altra ragazza: “I giovani scrittori – risponde la Aniston – dovrebbero iniziare a scrivere delle storie buone: se le storie saranno buone, le interpreteremo e le porteremo al pubblico. E spero che qui ce ne siano di scrittori”.

IL (CYBER)BULLISMO – Altro tema attuale, quello del bullismo: in uno degli episodi di Friends, il nono dell’ottava stagione, Rachel viene a sapere che, in passato, Ross aveva fondato un club “Noi odiamo Rachel”. Ma a  Jennifer Aniston è mai capitato di essere stata vittima di bullismo? “Quando vedete un bullo – il consiglio dell’attrice – dovete fare gruppo e ‘isolarlo’. Tutti siamo stati vittime di bulli da piccoli, ma mentre prima i bulli erano ‘solo’ nel mondo reale, ora con internet ci sono tanti cyber-bulli che si nascondono dietro un computer: spegnete i  pc e parlatevi”. E sempre a proposito di Friends, alla domanda se sia dispiaciuta di essere ricordata più come il personaggio della serie tv che come Jennifer, l’attrice fornisce una risposta magistrale: “Sarò eternamente grata per il ruolo di Rachel in Friends, era un bellissimo ruolo: quello show è stato un grande dono per noi attori, e sembra essere ancora oggi una cosa importante per voi, per cui, sarò grata per sempre a Friends”. E se il personaggio della dottoressa Julian in Horrible Bosses è il personaggio più diverso da lei che abbia mai interpretato, quello che le ha cambiato la vita e che l’ha ispirata, sceglie quello dell’avvocato Claire Simmons di Cake: “È stato un ruolo per cui ho lottato, perché c’erano dei pregiudizi su di me, forse pensavano che ci sarebbe stato qualcuno più capace di me per interpretare Claire: arriva un momento nella carriera in cui ti vedono sempre in un certo ruolo o in ruoli simili, ma per me era una sfida: ho provato loro che ne ero capace, è stato un modo per provare che potevo farlo. Con grande determinazione ho rincorso questo progetto finché l’ho agguantato e sono felice di averlo fatto”.

I CONSIGLI AI RAGAZZI – Ai Generator del Giffoni, i giurati dai tredici anni in su, dà consigli di vita e sul cinema: si commuove alla domanda su cosa fare quando si hanno dei momenti in cui si dubita di se stessi, e definisce l’incontro con loro come “una straordinaria sessione di terapia. Mi è capitato tantissime volte, più di quante possiate immaginare. In fondo siamo tutti umani, e sia che siamo attrici, panettieri, camerieri, tutti ci chiediamo se tutto questo peso sia troppo grande da sopportare, come fare a sopravvivere fino al giorno successivo, se siamo bravi abbastanza? Puoi sempre scontrarti contro un muro e sentire che non ce la fai più, ma – aggiunge la Aniston – poi miracolosamente trovi la forza di  reagire e di dire sì, ce la posso fare. E dovete sapere che gli attori, i miti, i vostri idoli, hanno tutti questi momenti in cui dubitano di se stessi. Siamo tutti essere umani e nei momenti di crisi guardatevi intorno e trovate la  forza, negli altri, di superare questi momenti”.  A chi vuole entrare nel cinema risponde elogiando il Giffoni Film Festival: “È straordinario vedere questa stanza piena di persone con l’amore per il cinema, avrei dato tutto per poter aver questa esperienza: in questo senso siete un passo avanti, ma non fermatevi qua, perseverate, seguite i vostri sogni. E scrivete, scrivete le storie: cominciate così”.

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