Blitz dei carabinieri della Compagnia di Vasto nella Casa famiglia per anziani Arcobaleno che ha portato all’arresto della coppia che gestiva la struttura di accoglienza con accuse pesanti che arrivano a contemplare l’ipotesi di aver causato la morte di almeno uno degli ospiti.
G.C. , 48 anni, e il convivente R.L., 58, sono finiti in manette con l’accusa di “concorso in maltrattamenti, lesioni volontarie, aggravate perché seguite dalla morte della persona offesa, e abbandono di incapaci con le aggravanti di aver agito per futili motivi e aver adoperato sevizie“. Tanti i riscontri raccolti nel corso dell’indagine che ha preso impulso nello scorso mese di aprile in seguito ad alcune segnalazioni giunte ai carabinieri da chi aveva assistito ai maltrattamenti. Violenza documentata da riprese realizzate con telecamere nascoste che raccontano degli anziani sottoposti a continue sofferenze fisiche e umiliazioni morali, costretti a penose condizioni di vita in un clima di paura e insicurezza. A volte venivano persino legati ai letti e alle loro sedie a rotelle quando “disturbavano” o semplicemente si “lamentavano” per i continui dolori causati dalle precarie condizioni fisiche. L’operazione Arcobaleno è stata illustrata nel corso della conferenza stampa dal procuratore della Repubblica di Vasto, Giampiero Di Florio, dal comandante provinciale dei Carabinieri Luciano Calabrò e dal sostituto procuratore Gabriella De Lucia. Nella struttura erano ricoverate dalle 5 alle 10 persone e oltre la coppia arrestata non è coinvolto nessuno tra il personale dipendente. Inoltre sono state acquisite le cartelle cliniche dell’ospedale civile di Vasto. Secondo l’accusa “a causa di questi inumani trattamenti alcuni ospiti, ormai in fin di vita, dopo essere stati ricoverati presso il nosocomio di Vasto, sono morti”
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