Ieri al Consiglio regionale della Campania è stata avanzata dal capogruppo del Movimento 5 stelle Valeria Ciarambino un semplice e stringato emendamento che proponeva l’istituzione per i disabili di un’ampia semplificazione nell’accesso ai documenti ed alle certificazioni. L’obiettivo dell’emendamento, a costo zero per il bilancio regionale, era appunto quello di offrire ai disabili ed ai loro familiari la possibilità di vivere con minori difficoltà. Punto e basta.

In un paese normale una proposta simile avrebbe dovuto essere in via “pregiudiziale” accolta. In un paese normale un’idea come quella del consigliere pentastellato avrebbe meritato di essere perfezionata, ingrandita, resa fruibile e compatibile con tutte le difficoltà che i disabili incontrano nella vita quotidiana nei rapporti con la macchina burocratica. In un paese normale la maggioranza dei distratti consiglieri avrebbe dovuto confermare la bontà di un proposito così nobile. In un paese normale appunto.

Nel Consiglio regionale della Campania il presidente Vincenzo De Luca ha risposto con inequivocabile chiarezza di essere “nettamente contrario” a una simile proposta che non servirebbe ai disabili ma alla propaganda mentre lui ed altri starebbero “buttando il sangue” per consentire che i 15 milioni destinati e sbandierati come primo atto della sua legislatura a favore delle associazioni si possano finalmente utilizzare

Sarà il caldo, la stanchezza o forse chissà, MA CHE CI AZZECCA l’emendamento dei 5 stelle con i soldi (pochi, inadeguati e privi di una prospettiva di spesa e di programmazione) che la giunta avrebbe deciso di destinare ai disabili? Qualcuno può provare a spiegarlo ai silenziosi consiglieri regionali ed assessori presenti in Aula ieri?

Grazie di cuore.

P.s. chiedo scusa al lettore del neologismo ripreso dal lessico dell’onorevole Di Pietro ma la politica dalle mie parti è sempre più vicina al cabaret (mi perdonino i veri protagonisti del cabaret per l’accostamento).

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