L’Isis fa strage di bambini. Li uccide, decapita gli ‘infedeli’ davanti ai loro occhi. Li priva della loro innocenza e del futuro. Quanto accaduto a Nizza, e precedentemente a Parigi, è la prova che l’inferno è sempre più vicino casa. È naturale che i ragazzi si sentano spaventati e confusi. Ecco perché Telefono Azzurro offre spunti di riflessione e sei consigli diretti a genitori e insegnanti per aiutarli a rispondere alle domande degli adolescenti. “È fondamentale non ignorare le loro paure, ma rassicurarli” – spiega a ilfattoquotidiano.it Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro, nonché professore di Neuropsichiatria Infantile. Che sottolinea come sia fondamentale sostenere i ragazzi nella gestione delle loro ansie: “Bisogna responsabilizzarli nei confronti delle situazioni di pericolo, ma non far crescere in loro la paura di trovarsi in aeroporto o in altri luoghi sensibili”.

ACCOGLIERE LE DOMANDE – Il primo consiglio è quello di “accogliere le domande e le paure” a partire da quello che esprimono e dalle loro curiosità. “Sentitevi liberi di chiedere cosa ne pensano, cosa ne pensano i loro amici e se ne hanno già parlato con qualcuno, perché è molto probabile che l’abbiano fatto” dice Caffo. Potrebbero dunque aver maturato convinzioni sbagliate “a cui si può porre rimedio proprio attraverso il dialogo”. Un modo per coinvolgerli potrebbe essere quello di “dare il compito a un ragazzino più grande di spiegare certi eventi a un bambino piccolo”.

AIUTARE A TORNARE ALLA ROUTINE – Un altro passo importante è quello del ritorno alla vita di tutti i giorni. “Ricordate ai vostri figli – suggerisce Telefono Azzurro – che nel mondo c’è ancora bontà, anche negli atti più semplici“. Basta osservare la solidarietà che scatta nei momenti più drammatici. “È accaduto l’11 settembre a New York – ricorda Caffo – poi a Parigi e anche a Nizza con centinaia di persone che cercavano di aiutare i feriti”. Dare ai ragazzi, dunque, una visione anche positiva. Tornare alla vita di tutti i giorni non vuol dire fare finta di niente. “Dobbiamo però riuscire a circoscrivere il ricordo dell’esperienza traumatica di certe immagini viste dai ragazzi attraverso i media e la tecnologia oggi disponibile” dice Caffo, secondo cui è importante che il bambino capisca che quanto accaduto si può superare.

PRESTARE ATTENZIONE ALLE EMOZIONI – Se a un ragazzino è capitato di guardare le immagini di Nizza, i giocattoli dei bambini sul ciglio di una strada, il clima di terrore o anche semplicemente ne è venuto a conoscenza è assolutamente comprensibile che provi forti sentimenti di ansia e paura. “Bisogna spiegare loro che queste emozioni sono naturali, ma è necessario che genitori e insegnanti prestino loro la dovuta attenzione, perché in alcuni casi restano latenti” è il consiglio di Telefono Azzurro.

TRANQUILLIZZARE I BAMBINI – Un passo difficile ma necessario è quello di parlare di determinati argomenti e di quanto è accaduto, riuscendo poi però a tranquillizzare i ragazzi. “Dopo averne parlato – suggerisce Caffo – ricordate loro che sono al sicuro”. Si può fare anche se può riaccadere. “Bisogna responsabilizzarli e non passivi nei confronti delle situazioni di rischio – spiega il presidente di Telefono Azzurro – perché questa consapevolezza permette di prevenire situazioni di pericolo, ma senza insegnare loro a vedere l’altro come un nemico o magari alimentando le fobie legate a determinati luoghi o situazioni”.

VERSO LA SOLIDARIETÀ – Nel contesto storico attuale è importante un ulteriore suggerimento che riguarda il coinvolgimento emotivo del bambino: “Non vanno in alcun modo ostacolate le sue iniziative, il suo desiderio di essere altruista con atti di solidarietà o gesti simbolici: in queste occasioni si può riscoprire la forza dello stare insieme“.  Un aspetto importante nella società in cui ci troviamo, con bambini di differenti etnie e religioni che vivono nelle stesse città, frequentano le stesse scuole e, a volte, fanno parte degli stessi contesti familiari. “Una ricchezza enorme – aggiunge Caffo – se si insegna ai bambini a vederla come tale fin da piccolissimi”. In questo processo formativo un ruolo importante è affidato agli insegnanti: “Bisogna sostenerli perché si trovano di fronte a sfide nuove“. Prima fra tutte alimentare un sentimento di collaborazione “dato che oggi le classi sono formate da sempre più bambini musulmani”.

IL SOSTEGNO DEGLI ESPERTI – Infine Telefono Azzurro sottolinea l’importanza di rivolgersi ad esperti “nei casi in cui si avverta un disagio da parte del bambino o dell’adolescente che a volte può fare fatica a parlarne con le persone a lui più vicine”. In questi casi sia bambini che ragazzi e adulti possono chiamare la linea gratuita 1.96.96 o scrivere www.telefonoazzurro.it/chat.

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