Via libera alla cessione del 10% di Fineco e l’annuncio di una “profonda revisione della strategia del gruppo sotto la guida del nuovo amministratore delegato al fine di rafforzare ed ottimizzare la dotazione di capitale del gruppo, migliorarne la redditività, garantire una continua evoluzione delle attività di business e mantenere la flessibilità necessaria a cogliere tutte le opportunità di generazione di valore”. Sono le prime mosse di Jean Pierre Mustier, appena insediato al vertice di Unicredit. Lunedì, a Borsa chiusa dopo una seduta che visto l’istituto perdere un altro 2,89%, piazza Gae Aulenti ha diffuso un comunicato in cui prefigura appunto un cambio di rotta, che passerà anche attraverso “una aggiuntiva riduzione dei costi“, il “cross-selling fra le diverse entità del Gruppo e, soprattutto, l’ulteriore miglioramento della disciplina nella gestione del rischio“. Nessun cenno alla ricapitalizzazione che molti analisti ritengono necessaria.

In compenso parte la vendita di una quota di FinecoBank – di cui Unicredit ha il 65% – attraverso un accelerated bookbuilding, cioè la cessione delle azioni a investitori istituzionali. L’operazione, spiega la nota, “è finalizzata ad ottimizzare l’allocazione di capitale all’interno del gruppo al fine di utilizzare il capitale generato dall’operazione per rafforzare ulteriormente i livelli di capitale e supportare la crescita organica del gruppo”. Resta da vedere chi sarà disposto a mettere sul piatto poco meno di 350 milioni di euro (tanto vale il 10% di Fineco ai valori di mercato correnti) per una quota di minoranza che resterà tale, visto che Unicredit “continuerà in ogni caso a mantenere una partecipazione di maggioranza assoluta“. Il beneficio, insomma, sarà tutto per Gae Aulenti. Che dalla cessione, ha anticipato Mustier, si attende un beneficio “fino a 7 punti base” di Common equity tier 1, la componente primaria del capitale.

Nel frattempo però secondo il Financial Times sta per saltare l’accordo da 5,3 miliardi con Santander per unire la società di gestione Pioneer con Santander Asset Management. Secondo il quotidiano finanziario la decisione di non procedere dopo 20 mesi di trattative è legata sia al cambio al vertice di Unicredit sia all’incertezza post Brexit che ha alimentato i timori su possibili restrizioni nella vendita di prodotti di asset management da Londra (dove ha sede la divisione di asset management di Santander) nella Ue. Mustier ha commentato dicendo che la banca sta “lavorando con i partner Santander e Warburg Pincus per cercare di trovare una soluzione per far andare avanti questa transazione”.

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