Dire che “Forza Italia è Silvio Berlusconi” è corretto anche da un punto di vista giuridico. Dalla relazione sul bilancio 2015 del partito azzurro, a firma della senatrice Mariarosaria Rossi, emergono infatti due notizie fondamentali: Forza Italia è in rosso, con oltre 98 milioni di disavanzo patrimoniale, e il suo unico creditore è Silvio Berlusconi, in qualità di fideiussore, che lo scorso anno ha contribuito a coprire buona parte i debiti del partito con un esborso di 43 milioni di euro.

Per effetto di una perdita di 3.546.281 euro – si legge nella relazione – il disavanzo patrimoniale complessivo accumulato è passato da 95.430.062 euro del precedente esercizio agli attuali 98.976.343 euro. Il mega assegno di 43 milioni di euro è servito a estinguere gli ultimi debiti con le banche ma non a mettere del tutto a posto i conti di Forza Italia. Questa operazione, al netto delle beghe interne al partito sui futuri assetti amministrativi, rende di fatto Silvio Berlusconi l’unico proprietario del partito da lui stesso fondato nel 1994 e resuscitato nel 2013. “Nei primi mesi dell’esercizio – si legge nella relazione firmata dalla senatrice Rossi – a causa dell’escussione di fideiussioni personali rilasciate in precedenti anni a diversi istituti bancari, a garanzia di affidamenti da questi concessi al nostro Movimento, il presidente Berlusconi ha provveduto a saldare in qualità di fideiussore gli ultimi debiti esistenti nei confronti delle banche per un importo complessivo di 43 milioni 915 mila 812 euro“.

“Il presidente è così divenuto il nuovo creditore nei confronti di Forza Italia per l’importo pari ai pagamenti da lui effettuati per un ammontare globale di 90.433.600 euro, somma comprensiva dei versamenti già effettuati al 31 dicembre 2014″. Pertanto, spiega la parlamentare, il “nostro movimento non ha più alcun affidamento bancario e di conseguenza alcun debito verso le banche; naturalmente, le fideiussioni a suo tempo rilasciate sono totalmente estinte”.

Rossi, al centro di polemiche perché accusata dalla figlia Marina di aver ritardato il ricovero dell’ex premier dopo il malore al cuore, non è più l’amministratore unico azzurro (è solo tesoriere del gruppo al Senato) ma ha voluto difendere il lavoro svolto negli ultimi anni precisando che, nonostante i conti siano ancora in rosso, il “disavanzo di 3 milioni 546 mila 281 euro subito nell’anno in esame appare in fortissima riduzione rispetto a quello di 11 milioni 881mila 327 subito nell’esercizio 2014, con un divario tra i due risultati di 8 milioni 335mila e 46 euro”.

Ma non è solo Berlusconi a far respirare le casse di Forza Italia. Anche il resto della famiglia contribuisce, non poco. I cinque figli del Cavaliere, Marina e Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi, hanno staccato ciascuno un assegno di 100mila euro a favore delle casse azzurre per un totale di mezzo milione. Poi vanno aggiunti altri 100mila euro versati dal fratello dell’ex presidente, Paolo. In soccorso sono arrivati anche gli uomini azienda, Fedele Confalonieri e Bruno Ermolli con 200mila euro. Più 100mila euro della Fininvest, sede di Roma. Molto più onerosi gli impegni del presidente e fondatore del movimento nato nel ’94 e resuscitato nel 2013, Silvio Berlusconi, che in qualità di fideiussore risulta l’unico creditore e di fatto l’unico proprietario di Fi con poco più di 90 milioni di euro versati per estinguere i debiti verso le banche. L’ultimo maxi esborso, di 43 milioni di euro, risale ai primi mesi dell’anno scorso.

Contribuiscono a rimpinguare le finanze disastrate anche i fedelissimi di Arcore, cui è stata affidata, su input dei figli di Berlusconi, la gestione del partito durante la riabilitazione del leader forzista per i postumi dell’operazione al cuore del 14 giugno scorso. Ovvero, l’avvocato di fiducia e senatore, Niccolò Ghedini (19mila 600 euro); il neo tesoriere unico e manager Mediolanum, Alfredo Messina, che ha preso il posto di Mariarosaria Rossi (19mila 600 euro); il nuovo capo della segreteria del presidente e responsabile delle relazioni esterne, il deputato Valentino Valentini (22mila 400 euro) e Sestino Giacomoni, segretario della Conferenza dei coordinatori regionali (20mila 400 euro).

Tra i finanziatori, visto i tempi di magra, non compaiono più i grandi imprenditori come Gavio o Riva, che nel passato avevano aiutato Fi o il Pdl. Tra le imprese si registrano solo la Sant’Angelo srl, una società immobiliare di Roma (30mila euro); la Italgraf (23mila euro) sempre della Capitale, la Sterimed di Milano (7mila euro), cui va aggiunta la Sanitalia Cooperativa sociale Onlus romana (10mila euro) per un totale di 70mila euro. Il resto arriva tutto dagli eletti, con Paolo Romani tra i più generosi (66mila 800 euro), insieme alla Rossi (49mila 600 euro), Gregorio Fontana (17mila 250 euro). Scorrendo la relazione gestionale della Rossi emerge che le cosiddette contribuzioni volontarie sono pari in totale a 1milione 991mila 805 euro: i parlamentari hanno sborsato 535mila 293 euro, mentre dai consiglieri regionali sono arrivati 287mila 873 euro.

Rispetto al precedente esercizio finanziario, sottolinea la senatrice forzista, “si è verificata una generale riduzione degli incassi, ad eccezione di quelli provenienti dai consiglieri regionali, che hanno registrato invece un lieve aumento”. Tra i proventi 2015, anche le quote associative annuali pari a 456mila 703 euro, mentre i contributi dello Stato ammontano complessivamente a 531mila 668 euro, “importo quasi completamente formato da quanto pervenuto dalla destinazione volontarie del 2xmille dell’Irpef.

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