Tra battaglioni della Forza Nazionale accolti a colpi di fucile dai trafficanti in autostrada, commandos di banditi che fanno irruzione indisturbati armi in pugno in ospedale per liberare un capo ferito e arrestato dalla polizia, un numero di violenze e rapine crescente e la guerra tra narcos in decine di favelas, la città di Rio de Janeiro si avvicina al momento dell’apertura dei giochi olimpici. A meno di un mese dall’inizio delle gare, l’incapacità di gestire la sicurezza nonostante l’evento, è sempre più evidente.

Una condizione così grave che i tentativi di evitare la diffusione di notizie scomode, la tranquillità ostentata dalle istituzioni e la solidarietà tra politici, sono ormai un ricordo lontano. E’ in corso infatti una inquietante fuga collettiva delle responsabilità, in vista del probabile collasso. Alcuni giorni fa il prefetto Eduardo Paes, in un’intervista alla Cnn ha parlato di un “lavoro terribile dello Stato” su queste tematiche. I nervi dei politici che temono il flop turistico e il disastro di immagine sono tesissimi. Tanto che il criticato segretario della sicurezza pubblica, Josè Mariano Beltrame, ha già fatto trapelare la notizia delle sue dimissioni al termine delle Olimpiadi. Stesso orientamento, tra l’altro, del capo della polizia civile, dato anche lui per dimissionario dopo i Giochi.

Ma da che cosa scappano tutti? Da un quadro pesantissimo: criminalità scatenata fuori dalle favelas e guerra totale tra fazioni di trafficanti dentro le comunità. Attualmente si registrano 15 ‘conflitti’ tra gruppi criminali che condizionano la vita in ben 21 diversi quartieri della città. Il costosissimo programma di pacificazione delle favelas (le Unidade de Policia Pacificadora), che doveva essere in grado di dare l’immagine del pieno controllo da parte dello Stato del territorio delle favelas, è fallito.

Attualmente si registrano 15 conflitti tra gruppi criminali che condizionano la vita in ben 21 diversi quartieri della città

In particolare in grandi favelas como quella di Maré e del Complexo do Alemão, la situazione è particolarmente deteriorata, con il ritorno a una quotidianità di conflitto e morte. Queste due favelas sono state dal 2010 al centro dei piani di pacificazione previsti anche in altre aree, ma con esiti particolarmente negativi. Nel Complexo do Alemão la resistenza dei trafficanti è stata sempre fortissima e ora, con il ripiegamento della polizia a causa della crisi economica, i narcos hanno ripreso il controllo della aree. A Marè, sempre a causa delle carenze economiche, dopo una lunga occupazione militare, la pacificazione non è stata neanche tentata.

L’area compresa tra queste due favelas è sempre stata ritenuta strategica dalle autorità carioca. Perché le comunità si trovano a ridosso di due importanti vie di trasporto: la avenida Brasil e la linha vermelha. Autostrade che portano dall’aeroporto al centro e dal centro verso l’area olimpica nella zona est della città. Lì,

a meno di un chilometro da Deodoro, dove sorge la gran parte delle strutture olimpiche, si trova l’area più turbolenta e inaccessibile della città: quella tra i quartieri Costa Barros, Guadalupe e Pavuna, che circondano molte favelas, tra cui la più pericolosa della città: Chapadão.

E proprio dall’area a tra l’avenida Brasil e la Linha vermelha, totalmente fuori dal controllo delle autorità, è arrivato il sinistro messaggio della criminalità. Al loro arrivo a Rio, i primi battaglioni della Forza Nazionale (incaricata della sicurezza intorno alle strutture sportive olimpiche) sono stati accolti a colpi di fucili al passaggio lungo le autostrade. Un intenso fuoco di sbarramento che ha messo in luce la superiorità dei trafficanti anche rispetto alle truppe federali.

I primi battaglioni della Forza Nazionale sono stati accolti a fucilate lungo l’autostrada

Ma non è solo favela, e non è solo periferia. Un altro episodio limite è accaduto all’ospedale Souza Aguiar, struttura che sorge in pieno centro, a ridosso dei quartieri della movida di Lapa e Santa Teresa, e a poche centinaia di metri dalla stazione centrale di Rio, principale snodo di trasporto urbano e sede della segreteria di sicurezza pubblica dello Stato. Durante un’operazione della polizia in una favela del centro, il capo dei trafficanti della comunità è stato ferito. Sanguinante e in arresto è stato trasportato dai militari in ospedale. Pochi minuti dopo però un commando criminale ha assaltato l’ospedale a colpi di fucile, facendo evadere il bandito, senza che la polizia riuscisse ad opporsi all’azione criminale. Azione commemorata poi su Facebook dai criminali.

Sanguinante il capo dei trafficanti è stato trasportato dai militari in ospedale. Pochi minuti dopo un commando criminale ha assaltato la struttura, facendo evadere il bandito

Tra violenze e sparatorie, mancanza di sicurezza, rischio di contagi e crisi politica ed economica, non sorprende che la metà dei biglietti per gli eventi risulti ancora invenduta e che il ‘tutto esaurito’ sia ormai considerato un miraggio.

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