Cortei, proteste e scontri con la polizia. Ancora tensione negli Stati Uniti dopo la strage di Dallas, quando un cecchino ha sparato e ucciso cinque agenti durante una manifestazione. Nei giorni scorsi altre due persone sono state uccise in Louisiana e in Minnesota. Domenica a Baton Rouge, la capitale della Louisiana, uno dei più famosi attivisti neri dell’organizzazione Black Lives Matter, DeRay McKesson è stato arrestato insieme ad altre persone con l’accusa di aver ostruito un’autostrada durante una protesta. McKesson è stato liberato su cauzione lunedì mattina. L’attivista si è detto amareggiato per il comportamento della polizia, che continua a provocare i manifestanti per le loro proteste pacifiche. L’associazione nazionale degli avvocati intanto ha offerto assistenza legale alle persone detenute nei cortei.

A Baton Rouge il conto degli arresti è salito a quota 123. McKesson stava partecipando alle manifestazioni di protesta contro l’uccisione di Alton Sterling di mercoledì scorso. Due diversi testimoni hanno descritto l’arresto, avvenuto mentre l’attivista stava usando il suo smartphone per riprendere l’intervento della polizia per disperdere i manifestanti, come ‘fisicamente violento’. “Gli agenti non vogliono dare i loro nomi. Era chiaramente nel mirino”, ha testimoniato Brittany Packnett. Mentre camminava per strada insieme a un gruppo di circa sette persone, un agente gli si è avvicinato per dirgli che era stato ‘segnalato’ e che se avesse lasciato il marciapiede un’altra volta sarebbe stato fermato. Pochi minuti dopo, l’arresto. “Un agente lo ha preso di sopra, un altro per le gambe’”.

Sono invece 50 le persone arrestate nella notte nelle manifestazioni di protesta a Saint Paul, Minnesota, per la morte di Philando Castile, la cui uccisione in auto da parte di un agente durante un controllo è stata diffusa in diretta sulle reti sociali dalla fidanzata che gli sedeva accanto. Lo rende noto la polizia. Metà dei manifestanti sono stati arrestati perché bloccavano l’interstate 94, gli altri invece durante una marcia in città. Cinque gli agenti rimasti feriti, in modo lieve. Indagini sono invece in corso dopo che la sera del 9 luglio colpi di pistola sono stati sparati contro il quartier generale del dipartimento della polizia di San Antonio, in Texas.

A New York si contano 20 arresti avvenuti sempre durante le manifestazioni. A Washington non c’è stato alcun incidente, mentre a Chicago gli arresti sono stati 3.
Il bilancio delle manifestazioni in tutto il territorio USA è quindi di oltre 200 arresti e cinque agenti feriti.

Ieri il dipartimento di polizia di Dallas ha ricevuto una minaccia anonima contro le forze dell’ordine in città e ha preso misure precauzionali per rafforzare la sicurezza, come ha illustrato la polizia. Il falso allarme ha scatenato la reazione delle forze dell’ordine: sono intervenute le forze speciali Swat della polizia, dispiegate nel palazzo. Le porte della stazione sono state chiuse. In precedenza, numerosi cittadini si erano riuniti davanti alla porta della stazione di polizia dove è stato improvvisato un monumento agli agenti morti durante l’attacco di giovedì, per offrire supporto e rendere omaggio ai defunti.

Barack Obama, che è rientrato a Washington in anticipo dalla Spagna e martedì sarà a Dallas per i funerali dei 5 agenti uccisi, ha lanciato il suo monito: “Chi attacca i funzionari di polizia fa un disservizio al Paese e alla causa. Qualsiasi violenza nei confronti di poliziotti va perseguita ed è da condannare”. A Madrid in un incontro con la stampa insieme al premier spagnolo Mariano Rajoy, Obama ha ribadito che le violenze contro la polizia sono inaccettabili, e si rivoltano automaticamente contro le cause difese dai manifestanti, anche se sono le migliori possibili. Obama ha poi fatto appello a tutte le parti, chiedendo che “si parlino e si ascoltino perché sono convinto che gli americani vogliono che migliori il rapporto tra la polizia e le diverse comunità”.

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