Sono le 18 di martedì 5 luglio quando Lino Fusco, un giovane napoletano di 25 anni viene aggredito fisicamente mentre percorre un tratto isolato di via Argine, poco distante dal quartiere Ponticelli. “Sei un ricchione” – queste le urla provenienti da un’auto. A bordo tre uomini che nel giro di pochi minuti lo hanno avvicinato con la scusa di farsi prestare un accendino. I tre uomini dopo averlo braccato lo hanno assalito con calci e pugni. Alla fine, occhiali rotti, qualche pestone e diversi i punti di sutura, ma soprattutto la paura. Lino ha pensato al peggio: “Non si fermavano più, dopo i calci credevo che avrebbero potuto uccidermi”.

A nulla è servito il tentativo da parte del giovane di farli smettere, gli aggressori non hanno voluto né soldi, né il telefonino. L’episodio è chiaramente di matrice omofoba. “Ho denunciato quanto accaduto alla polizia perché non si può picchiare un ragazzo solo per il fatto di essere gay – ha detto Lino al fattoquotidiano.it – sono stati attimi di terrore, non dovrebbe mai accadere a nessuno”. Dopo l’ennesimo episodio violento contro gli omosessuali Arcigay Napoli chiede interventi strutturali e per i casi più gravi la realizzazione di una casa di accoglienza per le vittime  di Fabio Capasso e Veronica Bencivenga

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