La NASA è disposta a pagare profumatamente l’intraprendenza di chi saprà ideare e realizzare il prossimo esploratore extraterrestre: il Rover. Lo scorso giugno, l’Ente americano ha infatti invitato nello stato del Massachusetts una piccola orda di robot prototipi, insieme ai rispettivi ideatori, allettati dalla possibilità di vincere fino a 1,5 milioni di dollari. La sfida è denominata Sample Return Robot, fa parte della serie Centennial Challenges ed è stata ideata per simulare le attività di recupero di oggetti e le relative capacità di azione dei Rover chiamati ad operare lontano dalla Terra. Il concorso, che si tiene presso il Worcester Polytechnic Institute, ha attirato quest’anno circa venti squadre, in lizza per passare il livello uno e qualificarsi per il turno successivo dove il modello vincitore si aggiudicherà l’ambito, grande premio. Cinque di esse ci sono riuscite.

La NASA sostiene questo concorso per raccogliere e far convergere informazioni e competenze da un ampio numero di persone, in special modo appassionati di robotica che vanno da studenti delle scuole superiori e universitari a coppie di pensionati e famiglie di diversa estrazione. Benché la NASA sostenga di non aver ancora inserito nulla acquisito con le sfide nei progetti dei Rover autentici, alcuni concorrenti hanno tuttavia impiegato l’esperienza fatta su questo campo per avviare nuove imprese commerciali.

Per il livello uno, nello specifico, il robot deve potersi muovere in maniera autonoma su terreni sconosciuti, riuscire a trovare e a raccogliere con cura oggetti di diverso peso e forma, infine riuscire a tornare alla base. Poiché l’intento della gara è quello di simulare la missione esploratrice del Rover sulla Luna o su Marte, nessun robot può utilizzare i sensori che diamo per scontati sulla Terra, come quelli che dipendono da satelliti o lo stesso campo magnetico del nostro pianeta: ciò significa assenza di bussole e in special modo del GPS. Inoltre, non può avere sistemi che richiedono la presenza di un’atmosfera. Il robot deve completare l’operazione in meno di 30 minuti, il tutto senza avere il permesso di muoversi più velocemente rispetto alla camminata umana.

Il che complica terribilmente le cose, elevando esponenzialmente difficoltà che apparentemente sembrano banali, trasformando piccoli compiti in sfide spesso “impossibili”: come semplicemente riuscire a rintracciare la base, oppure afferrare e trattenere il campione dal suolo. Tuttavia, cinque squadre sono riuscite a completare le quattro fasi di questa prima sfida, e ciascuna di esse è stata premiata con una somma di cinquemila dollari. I team vincenti, più un altro paio che negli anni precedenti avevano già superato questo livello iniziale, saranno riuniti nuovamente il prossimo settembre per partecipare al livello due: per vincere il Gran Premio, i robot dovranno questa volta saper raccogliere molti più oggetti diversi tra loro. Il rischio è che le macchine facciano confusione.

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