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Dallas, Joe R. Lansdale: “Ora calma, il killer non rappresenta ‘Black Lives Matter’ così come non tutti i poliziotti uccidono i neri”

Lo scrittore texano parla dei fatti avvenuti la notte del 7 luglio durante la manifestazione contro l'uccisione di due cittadini afroamericani da parte delle forze dell'ordine: "Dobbiamo evitare che si inneschi un clima di paura, perché la risposta alla paura è di solito irrazionale"

di Claudia Rossi

“Molti cittadini afroamericani stavano partecipando ad una manifestazione pacifica, supportati dalla polizia. Fare di tutta l’erba un fascio, additando come responsabili di ciò che è accaduto i poliziotti o il movimento Black Lives Matter (sotto le cui insegne si stava svolgendo la manifestazione, ndr) è scorretto. Dovremmo piangere per i poliziotti, così come dovremmo essere dalla parte di quelli che vogliono proteggere gli afroamericani dalle reazioni impulsive di alcuni agenti. Ma i cecchini non rappresentano BLM più di quanto i poliziotti corrotti rappresentino l’intero corpo di polizia. Dobbiamo evitare che si inneschi un clima di paura, perché la risposta alla paura è di solito irrazionale“.

La manifestazione è quella che si è svolta nella notte di giovedì 7 luglio a Dallas, Texas, contro l’uccisione di due afroamericani in Minnesota e in Louisiana. Il cecchino è quello che ha ammazzato cinque agenti di polizia. Black Lives Matter un movimento di protesta diffusosi in tutto il Paese dopo i numerosi omicidi di cittadini afroamericani commessi dalla polizia. Le parole sono di Joe R. Lansdale.

Nato a Gladewater nel 1961, per lui il Texas è “uno stato mentale” (come diceva John Steinbeck): “Amo il Texas nonostante le sue pecche. Il cieco conservatorismo, ad esempio, che a volte passa per indipendentismo. Sono un liberal nell’East Texas, così io e la mia famiglia facciamo parte di un piccolo club”. E in un Texas fatto di grandi distese polverose squarciate da strade poco trafficate, “sotto il sole dell’Est che alle dieci di mattina è come una piaga infetta che lascia colare pus fuso”, vivono Hap e Leonard, personaggi amatissimi di molti dei suoi libri. Hap Collins: bianco, etero, donnaiolo, temperamento riflessivo, “socialista democratico con attitudine capitalista”, ateo. Leonard Pine: nero, gay, “conservatore di scuola eisenhoweriana, vicino al libertarianismo”, temperamento manesco, ateo. Due personaggi diversi eppure così affini da diventare amici inseparabili. Due personaggi che sono specchio di un’America densa di contraddizioni: attraverso le loro caratterizzazioni e le loro vicende, Lansdale arricchisce i suoi romanzi di una grande quantità di riferimenti culturali, sociali e politici.

L’immaginario polveroso di un Texas dove il “sole cola giù sull’orlo del pianeta”, dove certe sacche di ignoranza e brutalità resistono al passare degli anni, si fa oggi più concreto di sempre dopo l’attacco alla polizia di Dallas. “Un attacco feroce, calcolato e orribile – ha detto il presidente Barack Obama – per il quale sarà fatta giustizia”.

Obama, i cittadini afroamericani, la politica sulle armi. Obama che piange per i fratelli afroamericani uccisi dalle forze dell’ordine, Obama che piange per i poliziotti uccisi non si sa in nome di quale giustizia pret à porter. Ha fatto abbastanza, il primo presidente nero degli Stati Uniti d’America, per legiferare in materia di armi? “Credo che il Presidente abbia provato ad andare a fondo sul Gun Control – dice Lansdale a FQMagazine – Ma Obama non è un dittatore. Obama è un leader, non un re. Non può approvare progetti di legge dei quali gli altri non sono convinti, abbiamo un Congresso: crediamo nella democrazia e non importa quanto, a volte, sia scomoda per lui. Quello che potrebbe essere d’aiuto – continua Lansdale – sarebbe fare in modo che i produttori smettessero di mettere in commercio certi tipi di armi e munizioni per l’uso comune. La Beretta, ad esempio, potrebbe aprire la strada qui, in Italia, dove esiste un controllo sulle armi. Sarebbe bello se negli Stati Uniti la NRA (National Rifle Association) non fosse una lobby così potente. Alla fine, il Presidente non può fare molto ed è questo il motivo per cui Sanders non sarebbe stato in grado di fare nemmeno un quarto di quanto ha promesso durante la campagna per le primarie”.

Secondo il dossier di Maged Sour per Archivio Disarmo, gli Usa sono il primo paese al mondo, sia come esportatori che importatori, di armi civili. Il 50% delle vittime sono afroamericani, poi giovani tra i 18 e i 35 anni, un terzo sono giovanissimi, sotto i 20 anni. Numeri che, a leggerli, c’è da avere paura. C’è da voler cambiare le cose: “Non mi stancherò mai di ripeterlo: ci sono troppe armi in America. E sono quelle il vero problema: legale o illegale che sia il loro possesso. Perché un fucile come quello usato dal killer non è un’arma da difesa. Non è un’arma da caccia. Ma un’arma da guerra. Pensata per sterminare esseri umani”, scriveva lo stesso Lansdale su Repubblica dopo la strage di Orlando.

Così “normale” avere un’arma a casa, in auto, nel cassetto nel comodino: così “normale” negli Stati Uniti tutti e nel Texas di Lansdale, dove ci si diverte a sparare alle bottiglie che stanno su un palo nel cortile, dove “un branco di negri che si sparano tra loro non è una notizia per le aquile della stampa”, racconta Leonard in un passo di Mucho Mojo, secondo romanzo della serie di Hap e Leonard. Così “normale” in un Paese dove il presidente Obama si avvia verso la fine del suo mandato, e dove Clinton e Trump sono in aperta sfida per la Casa Bianca: “Hillary è pragmatica – dice Lansdale – non è la mia preferita ma è sempre meglio di Trump. Il mio cane è meglio di Trump anche se Nicky the Pitt Bull ha bisogno di più tempo per i pisolini”.

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