Un affare di soldi e di banche fa la sua rumorosa irruzione nella dinastia torinese degli Agnelli, intrecciatasi più di 75 anni anni fa con il casato principesco dei Furstenberg, originari della Foresta Nera, un albero genealogico che affonda le radici nel dodicesimo secolo, in quello che è oggi lo stato tedesco del Baden-Wurttenberg. Clara Agnelli è la sorella maggiore di Gianni, l’Avvocato, e da qualche anno vive in una casa di riposo in Veneto, dove si era trasferita insieme al marito conte Gianni Nuvoletti. La coppia, che all’epoca della loro unione aveva fatto scandalo per le nozze civili celebrate nel 1974, non riusciva più a sostenere – data l’età avanzata di entrambi – la gestione della villa immersa in una grande tenuta sul Terraglio, nell’entroterra di Venezia. Così si erano trasferiti in un residence di lusso per anziani. Nuvoletti è morto ad Abano Terme nel 2008, Clara Agnelli gli è sopravvissuta, anche se le sue condizioni sono precarie.

Ed è proprio attorno ai beni e alle quote della primogenita di casa Agnelli che si è scatenata una blasonatissima guerra a colpi di codice e pandette. In prime nozze, Clara Agnelli ha sposato Tassilo Egon Maria Karl Georg Leo Fürst von Fürstenberg. Era il 1938, lei aveva appena compiuto 18 anni, lui era nato nel 1904 quando a Vienna comandava ancora il Kaiser Francesco Giuseppe, di cui il padre era ambasciatore. Clara e Tassilo hanno avuto tre figli, l’attrice Ira, lo stilista Egon e l’uomo d’affari Sebastien Egon. Ebbene, la guerra riguarda quest’ultimo e i figli del fratello Egon morto nel 2004, il principe Alexandre (marito di una delle figlie del miliardario americano dei duty free) e la principessa Tatiana. Perché Clara e Sebastien Furstenberg hanno il controllo di Banca Ifis, che ha sede proprio nella favolosa villa sul Terraglio e si occupa di finanziamenti alle imprese, credito finanziario di difficile esigibilità e acquisto di crediti fiscali.

Come riferisce anche Il Gazzettino, presidente della banca è Sebastien Egon che ora ha perso l’incarico di amministratore di sostegno della madre Clara, assegnatogli nel 2015 viste le condizioni di parziale autonomia di quest’ultima. Il Tribunale di Padova ha nominato pochi giorni fa un nuovo amministratore, dopo che i due nipoti di Clara Agnelli avevano presentato un’istanza. Sul piatto c’è la gestione di una banca molto solida, con una capitalizzazione di un miliardo di euro e che ha fruttato nel 2015 un utile netto di 162 milioni di euro, con un incremento del 68,9% E’ quindi una società che fa gola e che è controllata per il 50,22% da La Scogliera dei Furstenberg (Sebastien ne detiene il 67%). Il Tribunale non si è occupato della situazione patrimoniale di Ifis. Ma i due principi Furstenberg avrebbero adombrato un conflitto d’interessi dello zio che negli ultimi dieci anni ha sottoscritto due aumenti di capitale della società La Costiera, diventandone il primo azionista, mentre la quota della nonna sarebbe scesa al 30,58% nel 2013.

Banca Ifis si occupa di credito commerciale, credito finanziario di difficile esigibilità e di credito fiscale. “Il 2015 è stato un anno molto buono, per alcuni aspetti straordinario – era stato il commento di Giovanni Bossi, amministratore delegato, che si riferiva all’esercizio appena chiuso – gli utili hanno raggiunto un livello di eccellenza, la crescita è stata vigorosa, la qualità del credito continua ad essere uno degli elementi di forza della Banca, insieme alla solidità patrimoniale e alla buona dotazione di liquidità”.

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