Bambolina imbambolata, è la sintesi (copyright di Vincenzo De Luca, governatore Pd della Campania) di quello che molte persone hanno scritto o detto parlando della sindaca Virginia Raggi, perché donna, perché del Movimento Cinque Stelle che ha soffiato al Pd un feudo che ha visto alternarsi centrodestra e centrosinistra, senza che in realtà, nel corso degli anni, cambiasse nulla. Identico il modo di fare politica, non fosse per la legittimazione dell’estrema destra quando governava la destra. Tutti attenti a valutare la sindaca dal punto di vista estetico, sminuendo le sue capacità, facendola apparire una marionetta teleguidata da altri, dando per scontato che mai una donna possa riuscire ad amministrare una grande metropoli come Roma.

In pochi casi ho visto esprimere una critica basata su contenuti politici. Cosa farà per le comunità rom? Per i ghetti e le periferie? Per lo sfratto dalle baracche? Come intenderà l’accoglienza? Accoglierà le istanze delle sex workers a proposito dello zoning (cioè la creazione di un’area ristretta in cui l’attività di prostituzione è tollerata maggiormente, ndr)?

Vorrà occuparsi di quel mostruoso edificio chiamato eufemisticamente “Centro di identificazione ed espulsione” di Ponte Galeria che dovrebbe essere considerato una vergogna per la Capitale? Si occuperà delle persone povere, senza tetto, donne e uomini che non sanno dove dormire, dove andare e cosa mangiare? Che genere di politica svolgerà per sensibilizzare grandi e piccini contro l’omofobia e la violenza di genere?

Come intenderà fare per l’economia di base? Come agirà per l’emergenza abitativa? Sarà una stagione di sgomberi di famiglie, italiane o migranti, che hanno occupato case senza acqua e luce o una stagione di politiche inclusive?

Per cosa vorrà essere ricordata Virginia Raggi? Per la competenza, l’obiettività, la concretezza, la sensibilità? Cosa farà per evitare che il malaffare e i palazzinari mettano le mani su Roma? In cosa si distinguerà? Renderà l’amministrazione della cosa pubblica trasparente? Potremo essere informati su ogni atto amministrativo svolto?

Queste sono solo le prime domande che mi vengono in mente e che dovrebbero interessare anche quelli del Pd il cui congresso, sostanzialmente, si è concluso con le solite scaramucce tra renziani e antirenziani e polemiche provenienti dai soliti che ha sfottuto malamente la sindaca facendo continuare la narrazione che vuole il M5S privo di esperienza, di gente competente, di programmi politici. I soliti a cui dà fastidio il fatto che se la sindaca è donna è si prende tante valutazioni offensive, basate sul genere della persona alla quale esse sono rivolte, non si può più dire che il M5S sia poi così sessista.

Il Pd, per quanto faccia “pinkwashing” inserendo in ruoli relativamente di spicco (sempre “senza portafoglio”) alcune donne con l’unico scopo di prendere consensi, non ha mai ceduto alle donne una poltrona veramente ambita, un ruolo di potere reale. Al massimo le donne diventano “vice” o “firstlady”. Ed è tutto.

Io non conosco la sindaca Raggi, non so dire se mi piacerà quello che vuole fare. Non mi pronuncio senza vedere davvero le azioni politiche portate avanti, ma posso dire sin da oggi che il suo ostacolo maggiore, dopo i criminali che guadagnano qui e là per la Capitale, sono le banalizzazioni, il fatto che ovunque andrà ci sarà gente che sfiderà la sua autorevolezza, tenterà di cancellarla con un epiteto machista come “bambolina imbambolata”. Sono termini che nei confronti di un amministratore uomo non sarebbero mai stati usati. Ma basta essere donne perché subito qualcuno pensi di essere autorizzato a valutarne l’aspetto, l’abbigliamento, le misure, infantilizzando donne adulte, che hanno costruito la propria carriera come avrebbe fatto chiunque altro.

Io non conosco la sindaca Raggi, ma la preferisco mille volte di più di un signore “navigato” della politica che non è neppure in grado di sostenere una discussione politica senza sminuire l’avversaria con offese sessiste. C’è chi dice che per le donne questo sia un vantaggio, perché pochi si aspettano che una donna abbia capacità, forza e stomaco sufficiente a sopravvivere a tanto ostracismo. C’è chi dice che sia uno svantaggio perché serve più energia, più intelligenza, più di tutto, per poter agire senza affidare la propria voce a un uomo.

Abbiamo visto in passato donne che stavano dietro i mariti, un po’ scemi, a fare le first lady, occupandosi dietro le quinte delle politiche generali di interi governi. Abbiamo visto grandi artiste firmarsi con pseudonimi maschili per essere prese sul serio. Abbiamo visto donne che hanno apportato cambiamenti nelle rivoluzioni e nelle resistenze, eppure sono state quasi dimenticate. Abbiamo visto spazi sociali, o virtuali, in cui ti va bene se usi un nickname al maschile per poter stare alla pari, perché in fondo tutte queste donne sapevano che non c’era altro modo per poter fare ascoltare la propria voce.

Oggi c’è invece chi osa e c’è chi si permette di definirti “bambolina imbambolata” tentando di farti apparire piccola, sciocca, bisognosa di protezione, di tutori, di padri che ti consigliano e si sostituiscono a te. Io, che non attribuisco qualità alle donne in quanto donne e che amerei poter discutere delle differenze tra le donne senza dover ergermi in difesa di quella o quell’altra che pure possono essere distanti da me per classe, identità politica, percorsi, storie e culture, sono certa che questo sia solo l’inizio e che i De Luca sono lì a battere i piedi come i bimbi capricciosi che perdono la presa sul giocattolo. Chi è dunque la “bambolina imbambolata” ora?

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