La station wagon è morta? Evviva la station wagon. Quella furba però, e soprattutto performante. Perchè se è vero che sport utility e crossover stanno quasi monopolizzando vendite e attenzione, lo è altrettanto che ci sia ancora spazio per una familiare (se così si può definire) che abbia il dinamismo nel dna e un’indiscutibile allure di esclusività.

Parliamo della A4 Allroad, sorella minore di quella A6 che debuttò all’inizio del nuovo millennio portando con sè la certezza che anche con un certo tipo di architettura si potevano raggiungere prestazioni al top. Messaggio recepito e tramandato, al punto da aver conquistato quasi 12 mila appassionati del genere in Italia dal 2009 (anno del suo debutto) ad oggi. In pratica un’Avant su cinque: per un’auto che costa oltre 50 mila euro, il listino della nuova parte da 51.900 euro per l’esattezza, non è poco.

Con questa seconda generazione, nondimeno, si riprende l’impostazione estetica delle tradizionali wagon tedesche, aggiungendo tuttavia elementi tipici del fuoristrada: protezioni sottoscocca e per i passaruota, e un’altezza da terra maggiorata di 34 millimetri.

Ma ancor più si è fatto a livello strettamente tecnologico: accanto al classico Quattro, con differenziale centrale e trazione integrale permanente, vede la luce un nuovo sistema denominato Quattro Ultra. Si tratta in sostanza di un 4×4 elettronico on demand, che ripartisce la trazione sui due assi a seconda delle necessità anche grazie alla doppia frizione. E lo fa sia in maniera “predittiva” che “reattiva”, analizzando il fondo su cui si marcia a ogni battito di ciglio.

Una dotazione che, tuttavia, per ora è riservata solo alla 2.0 TFSI da 252 cavalli. Mentre il resto della gamma, cinque motori diesel con potenze comprese tra 163 (ma in futuro arriverà anche un 2.0 TDI da 150 Cv) e 272 cavalli continuerà ad utilizzare il “vecchio” e affidabile sistema Quattro. Una transizione morbida.

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