Cultura

Festivaletteratura Mantova 2016, al via il 7 settembre l’edizione dei 20 anni. Fra i protagonisti Safran Foer e i narratori delle migrazioni

La kermesse - dal 7 all'11 settembre - entra nell'età della gioventù e per celebrare un passaggio così importante invita quest'anno alcuni dei grandi scrittori ospitati nelle scorse edizioni a tornare e chiede loro di raccontare il libro che ha accompagnato i loro vent'anni. Dal 1997 il Festival ha messo a punto un format ormai rodato: in ogni incontro gli autori sono chiamati a mettersi in gioco di fronte a un pubblico che ascolta, chiede, si confronta e rilancia

di F. Q.

Il festival che per primo in Italia si è votato alla letteratura compie 20 anni. Il Festivaletteratura di Mantova entra nell’età della gioventù e per celebrare un passaggio così importante invita quest’anno alcuni dei grandi scrittori ospitati nelle scorse edizioni a tornare, tra cui Julian Barnes, Jonathan Coe, Jay McInerney, Alain De Botton, e chiede loro di raccontare il libro che ha accompagnato i loro vent’anni, che ha permesso a ciascuno di loro di prendere coscienza delle aspirazioni, dei sentimenti e delle paure che attraversano quell’età. In apertura arriverà a Mantova Jonathan Safran Foer, tornato al romanzo dopo undici anni. Compleanno di lusso, quindi, tanto che la ricorrenza viene celebrata già da inizio anno: il festival invade la città insieme ai suoi autori già da qualche mese con una serie di appuntamenti che hanno animato la città Capitale Italiana della Cultura 2016 dalla primavera e che arriveranno fino all’autunno.

La kermesse si aprirà con una grande sfilata per le vie della città imbandierate a festa: per domenica 4 settembre sono attesi a Mantova da tutto il mondo molti dei 5.000 volontari che hanno dato vita ed energia al Festival dal 1997 ad oggi: erano 150 quelli della prima edizione; l’anno scorso si è arrivati a 800. Chiusa la parata, il Festival tornerà nei canonici cinque giorni che quest’anno vanno da mercoledì 7 a domenica 11 settembre.

In venti anni, traducendo una fortunata formula anglossassone, il Festival ha messo a punto un format ormai rodato e di successo: se si pensa che nel 1997, per la prima edizione, a partecipare furono in 15mila mentre l’edizione dello scorso anno ha coinvolto – fra pubblico pagante e spettatori accorsi ad assistere ad eventi gratuiti – più di 130mila persone, appare chiaro come la ricetta del festival, quella di mettere scrittori e lettori in uno stesso discorso, annullando le distanze tra chi scrive e chi legge pur senza confondere i ruoli, abbia pagato. Il successo della kermesse è testimoniato anche dal contributo crescente degli sponsor privati: se si guarda al rapporto fra finanziamenti pubblici e privati nell’organizzazione del festival dalla prima edizione a quella del 2015, si nota come se l’edizione del 1997 venne sovvenzionata per il 60% circa da finanziamenti pubblici e per il 20% da privati, l’anno scorso gli sponsor hanno coperto più del 70% dei costi.

In ogni incontro gli autori sono chiamati a mettersi in gioco di fronte a un pubblico che ascolta, chiede, si confronta e rilancia. Gli stimoli e le conferme arrivate dal pubblico hanno spinto gli organizzatori a sperimentare modalità d’incontro sempre più originali. Con blurandevù sono saliti sul palco a far domande agli autori ragazzi con meno di vent’anni, con le lavagne si sono portati in piazza esperti a spiegare i fondamenti delle proprie discipline, si è chiesto agli scrittori di donare una parola della propria lingua e ne è nato il vocabolario europeo, e ancora si è dato vita alle retrospettive sugli autori, ai translation slam, e a cento altre formule mutuate poi felicemente da altre manifestazioni in tutta Italia.

GLI OSPITI DI QUEST’ANNO – Arriveranno a Mantova autori come l’irlandese Edna O’Brien, i Premi Pulitzer americani Roger Rosenblatt e Philip Schultz, la vincitrice del Prix Goncourt Lydie Salvayre, Charlotte Rampling e Dany Laferrière, autore di romanzi d’impronta autobiografica e primo scrittore di origine haitiana a diventare accademico di Francia; la francese Linda Le e l’irlandese Maggie O’Farrell che parleranno di maternità, e la giovane scrittrice Louise O’Neill, autrice di un distopico romanzo che ha profondamente scosso il pubblico anglosassone. Saghe familiari, ma anche microstorie e auto-fiction, filo conduttore di questa edizione sarà “una scrittura personale e identitaria, una scrittura radicata nella vita”.

Sempre la scrittura, radicata però nell’attualità più stretta e urgente, sarà rappresentata da poeti, narratori e intellettuali che daranno voce a “esodi, frontiere, ridefinizioni identitarie, ma anche allo stato del nostro pianeta, ai cui cambiamenti climatici sono legate spesso anche le migrazioni dei popoli”. Il Festival proporrà agli autori presenti di dedicare qualche minuto del proprio incontro per suggerire quale azione la letteratura può compiere per fare crescere una nuova sensibilità ambientale. Sui temi legati alle migrazioni interverranno più direttamente, tra gli altri, Gazmend Kapplani, Jenny Erpenbeck, Juan Villoro, l’algerino Boualem Sansal. Il Mediterraneo è il protagonista principale di questi racconti, come luogo di relazione e di contagio culturale di cui parleranno per esempio il francese Mathias Enard o Franco Cardini; ma si guarda anche più lontano, alla storia recente dell’America Latina con Juan Gabriel Vásquez e Paco Ignacio Taibo II o all’oriente del coreano Jung-Myung Lee.

LA FESTA CONTINUA ANCHE LA NOTTE – Nel chiostro del Museo Diocesano aprirà Festivaletteratura Music Hall, uno spazio in cui ritrovarsi dalle 22 in poi, per godersi la buona musica. Si alterneranno Banda Rulli Frulli, Bob Corn, Go Dugong, Dj Rocca, e altri gruppi della scena musicale indipendente italiana ed europea. Un concerto e un incontro celebreranno uno dei giganti del progressive rock inglese, Robert Wyatt, di cui sarà al Festival il biografo ufficiale Marcus O’Dair. Ogni giorno all’ora di pranzo, nella cornice del Teatro Bibiena, sarà invece offerto un momento di rinfresco musicale cameristico dai giovani maestri francesi dell’Hermès Quartet. Il programma sonoro del Festival prevede inoltre l’improbabile e stonata esibizione dell’orchestra Bogoncelli diretta da Paolo Nori; il concerto per due contrabbassi e slogan di protesta di Giuseppe Antonelli, Ferruccio Spinetti e Raffaello Pareti; la ricerca tra musica e matematica di Eugenia Cheng; lo spettacolo di Moni Ovadia su Enzo Jannacci; il confronto sull’interpretazione tra diritto e musica che vedrà Gustavo Zagrebelsky al pianoforte e Mario Brunello al violoncello; il duetto operistico tra Bruno Gambarotta e Giovanni Bietti; le Preghiere degli animali dell’Arca lette da Milena Vukotic e accompagnate al pianoforte da Angela Annese; la soirée son et lumière di Luca Scarlini su Sara Copia Sullam, il ritorno di Massimo Puglisi e naturalmente la serie serale delle lavagne musicali in piazza Mantegna.

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