Il sospiro di sollievo c’è stato. I palinsesti sono stati chiusi, non senza difficoltà e con scelte che hanno fatto discutere, come il ritorno in massa degli antennati della vecchia Rai. Ora con fiducia si aspettano le risposte degli inserzionisti. Tuttavia a Viale Mazzini il clima non è sereno come potrebbe sembrare. L’Orto magico (il dg e i suoi fedelissimi) gestiscono ogni decisione e provvedimento come fosse il terzo messaggio di Fatima. I direttori di rete (per il momento) sono tutti allineati. Con Daria Bignardi che ogni tanto esterna qualche capriccio, ma meno male, almeno si esce dalla monotonia. I direttori dei tiggì sono sempre più in ansia, in vista del ventilato ma sempre rimandato giro di valzer. E Carlo Verdelli che assomiglia ogni giorno di più a un leone in gabbia.

Il vero nodo scorsoio riguarda il rapporto tra i magnifici tre (Antonio Campo Dall’Orto, Guido Rossi e Gian Paolo Tagliavia) e gli altri dirigenti. Molti dei quali hanno preferito andarsene o sono stati messi in un angolo. Camillo Rossotto, Valerio Fiorespino, Adalberto Pellegrino, Antonio Marano, Luigi De Siervo, Salvatore Lo Giudice, Gianfranco Cariola, Carlo Nardello, Costanza Esclapon, Alessandro Zucca, Alessandro Picardi, tanto per fare qualche nome. Tutti responsabili di settori vitali per l’azienda (direzione finanziaria, risorse umane, staff dg, Audit, affari legali, comunicazioni, asset immobiliari), rimossi e riposizionati uno dopo l’altro. Il prossimo a uscire sarà Valerio Zingarelli (Chief Technology Officer) a cui sta per scadere il contratto.

Al loro posto sono stati chiamati i consulenti esterni, già più di venti hanno varcato il cancello di Viale Mazzini. Sullo sfondo aleggia lo spettro della Corte dei Conti che potrebbe entrare a gamba tesa sulle spese per le new entry esterne e i numerosi contenziosi, soprattutto economici, con il personale in organico.

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