Ultime ore prima della terza prova dell’esame di Stato: lunedì 27 giugno i maturandi dovranno affrontare il cosiddetto “quizzone” con domande su più materie. Un “test fasullo” visto che secondo un sondaggio di Skuola.net, circa due ragazzi su cinque conoscono già le discipline che sono state scelte dalla commissione, grazie alla complicità dei loro professori. A differenza della prima e della seconda prova, questa terza varia da scuola a scuola e anche da classe a classe: può essere strutturata in maniera diversa, può avere una durata differente, non prevede che vengano fatte le stesse domande e nemmeno che le materie siano le stesse. E’ durante questo terzo appuntamento con la “maturità” che i professori possono tenere conto, nel proporre i quesiti, anche delle esperienze relative all’alternanza scuola/lavoro e alla lingua straniera insegnata con il metodo “Clil”.

La tipologia, la durata della prova e i quesiti vengono decisi dalla commissione d’esame. Il decreto ministeriale 429 prevede sei diverse tipologie che la commissione può scegliere ma più che la modalità della prova (trattazione sintetica, quesiti a risposta singola o multipla, problemi a soluzione rapida, analisi di casi pratici e professionali, sviluppo di un progetto) i maturandi sono preoccupati dalle materie che vengono selezionate. Un timore che non esiste per il 38% degli studenti che, secondo il portale Skuola.net, conoscono già tutto, persino gli argomenti dei quesiti. Ad aiutare i ragazzi sarebbero proprio i docenti disposti persino a chiudere un occhio durante l’esame: il 64% considera, infatti, il controllo dei prof piuttosto blando nella terza prova e l’8% ammette che manca completamente.

Una prova “bocciata” dai ragazzi e dagli stessi insegnanti: se avessero la facoltà di riformarla, molti (30%) vorrebbe conoscere in anticipo le materie interessate. Altri puntano a ridurre almeno il numero di discipline oggetto dello scritto: il 18% pensa che per testare la conoscenza dei maturandi sui programmi sia sufficiente l’orale. Uno su cinque vorrebbe una pausa più lunga, invece, tra la seconda e la terza prova mentre il 9% vorrebbe una prova tipo test Invalsi al fine di cancellare ogni disparità tra commissioni.

Intanto, la maggior parte degli studenti nonostante il caldo e gli Europei non si darà al riposo ma studierà fino all’ultimo per arrivare preparato al “quizzone”. Solo il 4% ha confidato che si darà una tregua. Gli altri trascorreranno il week-end sui libri. L’unica consolazione per i ragazzi che non hanno ottenuto la “velina” del prof è conoscere bene i membri della commissione: se il docente di una determinata disciplina non è in commissione e nessun altro membro è abilitato all’insegnamento di quella materia allora, con ogni probabilità,  non ci sarà alcuna domanda che concerne quella materia. Terminata questa fatica i ragazzi passeranno agli orali, una sorta di interrogazione incrociata su più materie dove ogni studenti è chiamato a presentare una “tesina”.

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