L’aveva detto, pochi giorni prima del voto sulla Brexit, in un editoriale pubblicato sul Guardian: “E’ ragionevole assumere, viste le aspettative dei mercati, che, a seguito di un voto per il ‘Leave’, la sterlina crollerebbe precipitosamente scendendo al di sotto di $1,15. Se la sterlina scendesse a tale livello finirebbe con l’avere lo stesso valore dell’euro: un metodo di ‘far parte dell’euro’ che nessuno, nel Regno Unito, vorrebbe”. Così George Soros, finanziere americano di origini ungheresi protagonista nell’estate 1992 di un leggendario raid speculativo contro la lira e la stessa sterlina, aveva messo in guardia gli elettori britannici sui rischi di un eventuale voto a favore dell’uscita dall’Ue.

Ora, dopo che gli elettori britannici si sono espressi per la exit, lo speculatore che ha un patrimonio personale valutato in 14 miliardi di dollari e alla seconda vita da filantropo continua ad affiancare la gestione di un fondo da 30 miliardi di dollari ha buon gioco a sostenere che “lo scenario catastrofico che molti temevano si è materializzato, rendendo la disintegrazione dell’Ue praticamente irreversibile“. Il suo commento pubblicato online da Project Syndicate continua notando notando che “la sterlina è precipitata al suo valore più basso da oltre tre decenni, immediatamente dopo il voto” e traendone la conclusione che “i mercati finanziari di tutto il mondo rischiano di rimanere in fibrillazione durante il processo lungo e complicato del divorzio politico ed economico da parte dell’Ue. Le conseguenze per l’economia reale saranno comparabili solo alla crisi finanziaria del 2007-2008″.

I primi effetti negativi del referendum, per Soros, si faranno sentire ovviamente proprio in Gran Bretagna: “La sua economia e la sua gente soffriranno significativamente nel breve e medio termine”. Ma l’85enne che 24 anni fa fece uscire la valuta italiana e quella inglese dal Sistema monetario europeo concentra poi l’analisi anche sull’Italia sottolineando che “la caduta del 10% del mercato azionario in seguito al voto sulla Brexit segnala chiaramente la vulnerabilità del Paese a una crisi bancaria conclamata che potrebbe portare al potere il movimento populista 5 Stelle già l’anno prossimo”.

Si vedrà nei prossimi mesi se le previsioni di Soros si riveleranno esatte, ancora una volta. Il finanziere lascia comunque uno spiraglio di speranza esortando a “non arrendersi. Dopo la Brexit tutti quelli di noi che credono nei valori e principi per cui la Ue è stata creata, si devono unire per salvarla, ricostruendola a fondo. Sono convinto che quando le conseguenze della Brexit si svilupperanno nelle settimane e nei mesi a venire, sempre più persone si uniranno a noi”.

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