Stamattina il Daily Mail pubblica un sondaggio (fatto da loro, badate bene) secondo il quale 1,1 milioni di elettori che hanno votato ‘Leave’ adesso si dicono pentiti di quello che hanno fatto.

Hanno condotto questa indagine (tra venerdì 24 e sabato 25) per capire se era vero quanto le tv e altri media mostravano. Persone intervistate che si disperavano dicendo: “Non avevo capito”. “Adesso non rivoterei così”. “Ma cosa abbiamo fatto?” “Ma io non volevo uscire, volevo solo spaventare Cameron”. “Ho votato ‘Leave’ perché non credevo che vincesse, ma volevo che arrivasse molto vicino”.

I risultati del sondaggio del Daily Mail sono questi: il 7% dice di essere pentito di aver votato ‘Leave’ e che non avrebbero voluto lasciare l’Unione Europea. Il che fa un totale di 1.130.000 persone. Il 4% invece si è pentito di aver votato ‘Remain’, per un totale di circa 696.000 persone.

Se si votasse di nuovo, quindi, il risultato non cambierebbe, ma il margine di vittoria del ‘Leave’ sarebbe ridotto drasticamente da 1,27 milioni a 400mila voti.

Nell’analisi del Daily Mail è tutta colpa di David Cameron che non è riuscito a trattare la chiusura delle frontiere a Bruxelles (cosa impossibile, rimanendo nella Ue, ma non lo dicono!). “Se lo avesse fatto – concludono – il sondaggio dice che il ‘Remain’ avrebbe vinto il referendum con un massiccio 49% contro il 37%”.

Come prima cosa questo conferma che il voto non è stato un voto anti Ue, ma un voto anti immigrazione. E la cosa incredibile è che a fare questa sorta di mea culpa sia il Daily Mail, che è un tabloid populista di destra, una sorta di Libero in termini di beceraggine, ma con la piccola differenza che raggiunge 5,2 milioni di lettori.

Proprio il Daily Mail, insieme al Sun (readership da 4,6 milioni), ha contribuito a creare il clima xenofobo sfociato nell’omicidio di Jo Cox da parte di un pazzo fanatico dell’estrema destra americana con simpatie suprematiste. Ogni giorno, negli ultimi due mesi, in prima pagina sbattevano foto di barconi e code di immigrati dietro reti e recinzioni pronte a cadere e hanno seminato il terrore che i profughi di Calais potessero arrivare a stuprare le donne inglesi, a portare via il lavoro e le case. I profughi a Calais, faccio notare, sono massimo cinquemila persone. Quanti ne sbarcano in una settimana sulle coste italiane, tanto per dare un’idea.

Perché racconto tutta questa storia? Perché mi aveva fatto saltare sulla sedia quanto scriveva nel suo blog Stefano Feltri venerdì scorso: “Brexit, l’uso irresponsabile del voto”. Concludeva Feltri: “Si può chiedere un maggiore ricorso al voto popolare soltanto se gli elettori prendono sul serio il proprio compito, se danno un voto consapevole, faticoso. In caso contrario la democrazia diretta diventa circonvenzione di incapace”.

Io non arriverò mai a sostenere tanto. Il referendum è uno strumento di democrazia diretta sacrosanto. Ma inizio a pensare che bisogna riflettere a fondo sul suo uso.

Più che una “circonvenzione di incapace” può diventare un’arma contundente che danneggia chi la sta usando. Una pistola che vorresti puntare contro qualcuno ma ti scoppia in faccia, insomma, perché prima non hai letto le istruzioni. Almeno il 7 % degli inglesi che hanno votato ‘Leave’, pensavano di avere in mano una pistola giocattolo.

Questo è successo in Gran Bretagna, la culla della democrazia, la patria della Magna Carta. La pistola non era un giocattolo e gli è scoppiata in faccia.

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