Primo pride milanese per il sindaco neoeletto Giuseppe Sala, che ha retto lo striscione d’apertura del corteo che chiude la Pride Week milanese e che è stato raggiunto dal suo predecessore Giuliano Pisapia. Circa 200.000 persone, sono le stime degli organizzatori, i partecipanti di Milano Pride, la manifestazione per i diritti civili e l’orgoglio delle persone lgbtq (lesbian, gay, bisex, trans, queer). Ad annunciarlo dal palco della manifestazione, in corso Buenos Aires, la madrina dell’edizione 2016, il volto di Sky Italia Lodovica Comello. Un fiume arcobaleno di persone, cartelli, carri e bandiere si è mosso dal piazza Duca d’Aosta, vicino la stazione Centrale, fino a Porta Venezia. Fra sindaco ed ex sindaco un ideale passaggio di consegne in materia di diritti civili e sui temi da sempre vicini al mondo lgbtq: “Sono sicuro che la nuova giunta e il nuovo consiglio comunale andranno avanti sul percorso che abbiamo tracciato in questi anni” riguardo i diritti civili, ha detto Pisapia, interpellato dai cronisti al suo arrivo. “La ripartenza di Milano su questi temi – ha continuato – ha avuto un ruolo importante a livello nazionale. Adesso l’importante è non fermarsi e andare avanti”, ha aggiunto, ribadendo che “è nell’interesse di tutti salvo di chi crede che ci possa essere in un Paese democratico come l’Italia una discriminazione a livello sessuale o qualsiasi altra discriminazione”. Quindi il congedo: “Il mio non è un addio ma un arrivederci”, ha garantito Pisapia, molto applaudito dai manifestanti. “Io ci sarò sempre. Felicità – ha concluso – è essere al momento giusto nel posto giusto con le persone giuste. Io sono felice, e voi?”.

Dalla sua, coccarda arcobaleno appuntata sulla camicia, Sala ha garantito che la nuova giunta “continuerà nel solco di quella precedente”. “Mi farò paladino di ogni giusta battaglia contro ogni forma di discriminazione“, ha detto intervenendo dal palco a chiusura della manifestazione. Sulla difesa dei diritti civili, ha spiegato, “bisogna partire dalle scuole. Quello che posso garantire è non solo la mia sensibilità ma l’interesse, in quanto primo cittadino, ad aiutare una comunità che ormai è larghissima”, ed “è stato fatto molto, ho la fortuna di ripartire da una base solida vedremo cosa fare di più”.

A chi gli ha chiesto cosa pensasse della posizione della Regione su questo tema, per esempio con l’apertura di un call center in difesa della famiglia ma secondo alcuni in funzione ‘anti-gender, Sala ha risposto che “su certi temi ognuno ha il diritto di pensarla come vuole, ma a livello educativo è giusto dare dei messaggi e spiegare le cose ai bambini, poi ovviamente le scuole non sono un corpo a se stante, le famiglie hanno un ruolo importante” e alla domanda diretta su questo telefono cosiddetto ‘anti-gender‘ il sindaco ha replicato: “Non lo condivido“.
Infine, sull’idea di illuminare la stazione Centrale con i colori arcobaleno, magari l’anno prossimo, il sindaco ha detto di non aver “verificato più di tanto le difficoltà e i costi dell’operazione però tendenzialmente potrebbe essere un buon messaggio”.

Proprio come il sindaco Sala, anche l’ex assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino ha parlato dell’importanza della scuola nella sensibilizzazione verso i temi lgbtq: “Dobbiamo sconfiggere la paura con la nostra speranza e Milano dovrà parlare il linguaggio della speranza. A settembre nelle scuole milanesi inizieremo una campagna contro l’omofobia alla faccia di quelli di Forza Nuova”, ha annunciato.

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