Ieri sera, su La7, quando ancora sembrava che la Brexit fosse un mostro ormai sconfitto, Enrico Letta ha esposto un’interessante riflessione sui movimenti euroscettici. Questi, infatti, sono presenti in tutti i paesi, ma più forti nel Regno Unito, in Francia e in Olanda, ovvero paesi dal grande passato di potenza coloniale, i primi due ancora nel Consiglio di sicurezza dell’Onu con diritto di veto. Sembrerebbe quasi che alla base di questi movimenti vi fosse una nostalgia per una “mitica età dell’oro che però se n’è andata e non torna più. I dati sul voto, almeno parzialmente, confermano quanto detto da Letta. Hanno votato a favore dell’uscita gli over-50, ovvero coloro che sono nati e cresciuti ancora in un Regno Unito imperiale o perlomeno potenza mondiale di primo livello, e hanno votato a favore inglesi e gallesi, cioè la nazione dominante e quella più “inglesicizzata”. Scozzesi e nordirlandesi si sono ben guardati dal votare per l’uscita, vedendo in Bruxelles un contraltare a Londra molto forte.

Come faranno ora i prossimi governi britannici a tenere unito un paese così diviso, sarà tutto da vedere. Gli Scozzesi vogliono restare in Europa per poter beneficiare del mercato unico, mentre nell’Ulster riprendono piede i movimenti di riunificazione con la sorella Eire (la stessa Pace in Nord Irlanda è basata sulla Convenzione europea dei diritti umani). Quel che è certo è che il Regno Unito uscirà molto indebolito dalla vicenda, mentre per l’Europa comincia una nuova sfida ed è forse arrivata la scossa decisiva.

L’Unione Europea deve scegliere cosa vuole essere da grande. Ho timore, ma voglio sperare che non sia l’inizio della disgregazione che ci renderebbe fragili e litigiosi, voglio credere che sia stimolo ed alimento per quel cambiamento verso una riduzione delle diseguaglianze che è la fonte di tutti i mali. I più convinti europeisti sono certo quelli che hanno sofferto di più in questi anni, vedendo un’Unione divisa, bloccata da interessi nazionali e incapace di agire in modo chiaro e unito a favore della sicurezza, del benessere e della pace per i suoi cittadini o ancora incapace di far comprendere le importantissime innovazioni sui diritti o sulla sana concorrenza introdotte negli anni. Una tra tutte, anche molto simbolica di cosa è stata l’Europa fino ad oggi, è la “democratizzazione” del volo, come ricordato dall’Ad di una lowcost celeberrima… L’Europa è uno straordinario viaggio politico che abbiamo costruito in decenni partendo dalle ceneri di due conflitti spaventosi, dobbiamo migliorarlo e trasformarlo in un progetto di uguaglianza e opportunità.

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