Ha riportato nel suo pezzo interi paragrafi di un articolo pubblicato su un settimanale. Senza mai citarlo. Tema: Virginia Raggi, neosindaca di Roma. Massimiliano Scafi, una delle firme più importanti de Il Giornale della famiglia Berlusconi, ha riportato nel suo articolo passaggi identici a quelli scritti quasi tre mesi prima da Marco Damilano, vice direttore dell’Espresso, settimanale del gruppo De Benedetti.

L’articolo in questione è stato pubblicato a pagina 2 (con richiamo in prima) di lunedì 20 giugno, all’indomani dei ballottaggi per le amministrative, ed è un ritratto dell’avvocatessa M5s eletta in Campidoglio. Due i passaggi in cui si concentra la replica dello stesso testo. Il primo, il più lungo, va da riga 50 a riga 71. Venti righe identiche. Dopo la descrizione fisica, Scafi ripercorre la biografia della sindaca e scrive:

In comune con molti coetanei diventati grandi tra gli anni Novanta e i Duemila la Raggi ha avuto a lungo il disinteresse per la politica. Un individuo casuale, l’avrebbe definita il sociologo Achille Ardigò, senza appartenenze ideologiche, concentrata su di sé e sul lavoro, flessibile come tanti della sua età”.

Le stesse parole, senza cambiare neanche un aggettivo, usate da Marco Damilano sull’Espresso del 24 marzo 2016 che peraltro dedicava proprio la copertina (dal titolo “Raggi X”) alla candidata 5 Stelle per la Capitale. “Io lo considero un omaggio, una citazione – spiega Scafi a ilfattoquotidiano.it – Damilano scrive bene non vedo perché cambiare le sue parole e non è la prima volta”. Il cronista è al Giornale fin dall’anno di fondazione nel 1974 ed è inviato speciale dal 1985.

Altro passaggio identico quando Scafi descrive il rapporto tra la pentastellata e il marito. “Nel 2013 la coppia si è candidata alle comunali: Severini, il più militante, ha raccolto appena 132 voti. La Raggi, invece, ha conquistato 1525 preferenze, seconda degli eletti”.Oltre a questo, nel testo ci sono altri virgolettati attribuiti alla Raggi, identici a quelli del settimanale (“Sono cattolica non praticante” e “Ho votato Ulivo e forse per il Pd”), senza che Damilano venga mai citato.

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