Sembrava una missione impossibile. Si temeva che no, il coraggio e l’estrema specializzazione non sarebbe bastate. Troppo buio, troppo freddo, davvero pericoloso. E invece la prima parte del salvataggio di un componente della base che ha necessità di un ricovero e la cui vita è in pericolo di vita è andata a buon fine. È atterrato alla base Usa Amundsen-Scott South Pole, in Antartide, l’aereo Twin Otter, decollato alle 14 italiane dalla base britannica Rothera sulla costa antartica, si fermerà alla base Usa 10 ore, per permettere all’equipaggio di riposare. I tre membri dell’equipaggio dovranno valutare le condizioni meteo sia nella base Usa e che in quella britannica, prima di tornare a Rothera.

All’Ansa Peter West, portavoce della National Science Foundation, che gestisce la base Usa, ha spiegato l’equipaggio riposerà alcune ore e l’aereo sarà rifornito prima di fare ritorno alla base britannica Rothera. Il volo di ritorno dipenderà dalle condizioni meteo favorevoli in entrambe le basi, quella Usa e quella britannica. L’equipaggio del Twin Otter atterrato alla base Usa è composto da un pilota, un medico e un meccanico. La National Science Foundation non ha fornito alcun dettaglio circa le condizioni di salute della persona da soccorrere per ragioni di tutela della privacy.

Le ipotesi sono diverse: un grave incidente, con ferite che non possono essere curate con le attrezzature pur complete ed efficientissime della base. Forse una frattura o un’ustione, entrambe molto serie; non si possono escludere nemmeno problemi psicologici. Non c’è nessun elemento concreto per ricostruire la situazione che ha richiesto la missione di salvataggio che impegna ben due aerei nel periodo più difficile e rischioso dell’inverno antartico, con temperature proibitive, venti e buio.

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