Oggi vorrei raccontarvi una delle storie più belle, forse in assoluto la più straordinaria che mi sia capitato di vivere da quando faccio il libraio. Come ho già avuto modo di dire, sono da sempre un appassionato collezionista di fumetti e, come dice il mercenario Unknow riferendosi alle donne, ce ne sono stati alcuni che mi sono piaciuti più degli altri. Il fumetto a cui probabilmente mi sono sentito più legato nel corso della vita è stato I Briganti di Magnus.

Questa meravigliosa vicenda è ambientata in un futuro dalle sfumature cinesi e, per chi non lo sapesse, narra le vicende di alcuni personaggi che, attraverso percorsi diversi ma spinti dalle stesse ragioni, abbandonano i loro privilegi o le loro responsabilità per riparare nelle lontane paludi del Liang Shan ed unirsi alla causa dei briganti. Questi uomini valorosi decidono di voltare le spalle al potere che hanno servito per anni a causa della corruzione dilagante che ha preso il sopravvento su ogni cosa, sollevando i vili a discapito dei valorosi. Non c’è un vero e proprio protagonista della vicenda ma il personaggio che più di tutti mi è rimasto nel cuore è Cranio di Pantera, formidabile ufficiale leale e umano che, tradito dai suoi amici più cari, subisce un fato che ricorda quello di Edmond Dantès.

Intorno a lui si vanno via via intrecciando tutte le altre vicende che, un capitolo dopo l’altro, dovevano andare a raccogliere la forza necessaria ad abbattere gli ingiusti al potere, e permettere a Cranio di Pantera di vendicarsi del temutissimo Maresciallo Kao. Ma poi successe l’irreparabile, Magnus morì, lasciando me e moltissimi altri appassionati non solo col cuore spezzato, ma soprattutto con una inestinguibile curiosità. Ho passato anni della mia giovinezza spulciando tra scatoloni polverosi e vecchi scaffali, raccogliendo testimonianze, ricattando librai in cerca di informazioni sui capitoli finali della storia, Quei capitoli di cui non era certa l’esistenza. Perché forse qualcuno si ricorda che non c’è sempre stato Google a farci da oracolo.

Alla fine però mi sono rassegnato all’amara verità. Non avrei mai letto il finale de I Briganti, perché quel finale non era stato scritto. Non saprei ben dire quanto tempo mi sia servito per metabolizzare questa verità, fatto sta che avevo ormai accettato di passare il resto della vita convivendo con questo dolore. Finché un giorno, quando ormai non ci pensavo più da anni, seduto al mio posto in libreria, vedo entrare due signori mai visti prima e, come da Gollum torturato a Barad Dur, riesco a cogliere nella loro conversazione solo due frammenti: “Magnus” e “Briganti”.

Mi avvicino per servirli e, pensando di condividere l’antico lutto apro loro il mio cuore chiedendo se fossero riusciti o no a somatizzare quel triste destino che ci univa.
Libraio (versione compassionevole): “Anche voi non riuscite dunque a darvi pace… chissà come sarebbe andata a finire la vicenda di Cranio di Pantera se Magnus non ci avesse lasciato…”
Cliente (versione Gandalf): “Beh, ti basterebbe leggere il libro da cui Magnus ha tratto la storia!”

Stop motion, balla di fieno, mascella per terra, sguardo assente. E così eccomi lì, come Parsifal di fronte all’enigma del Graal che, dopo avere cercato una coppa per mari e monti, scopre che il suo obiettivo era in realtà un rastrello. Vengo così a sapere, usando Google (ah, prodigioso progresso), che effettivamente Magnus aveva tratto ispirazione da un romanzo medioevale cinese, edito da Einaudi una sola volta negli anni Cinquanta, e che aveva deciso di ambientarne la vicenda nel futuro per ovviare alla mancanza di materiale di repertorio adeguato a ricostruire costumi, edifici e altre amenità.

Il testo era ovviamente fuori catalogo da mezzo secolo, ma il mio vicino antiquario ne possedeva una copia e, con una spesa di ottanta miserabili euro, ho acquistato il mio biglietto verso l’antica Cina, alla scoperta del finale della storia. Il libro è una meravigliosa edizione decorata con tavole a colori su carta pregiata, sterminatamente lungo e avvincente, pubblicato nella divina collana de I Millenni.

Così alla fine ho messo un punto sulla questione secolare e, come in ogni storia che si rispetti, ho potuto finalmente scoprire che Cranio di Pantera non ottiene la sua vendetta. Sono sicuro che un giorno, quando raggiungerò Magnus all’altro mondo, mi confermerà che la sua intenzione era quella di modificare il finale, ma devo ammettere che, per questa vita, non potrò fare a men di considerare la vicenda de I Briganti come una delle più coinvolgenti della mia vita di lettore. Una crociata verso un finale di cui sentivo un’urgenza personale. Meraviglie della lettura.
E che tu sia maledetto per sempre Maresciallo Kao

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