Non solo gli ex vertici, a partire dall’ex presidente Giovanni Zonin e dall’ex dg Samuele Sorato. Anche la Banca Popolare di Vicenza è indagata, “per responsabilità amministrativa per fatti penali dei suoi dirigenti”, dalla Procura della Repubblica di Vicenza che come è noto ha in corso un’inchiesta sulla passata gestione dell’istituto di credito. A riportarlo è il Corriere della Sera, nel giorno in cui la Finanza ha perquisito ancora una volta la sede centrale della banca veneta per acquisire documentazione riguardo ai finanziamenti erogati tra il 2012 e il 2014 ad alcune aziende clienti. Tra le altre il gruppo Marchini, che fa capo all’ex candidato sindaco a Roma, i costruttori pugliesi Degennaro e il gruppo barese Fusillo di Bari. La galassia societaria di Marchini, che come gli altri soci ha visto azzerato il proprio investimento nella banca dopo l’aumento di capitale, stando a quanto emerso dalle ispezioni della Vigilanza ha accumulato circa 75 milioni di euro di prestiti non restituiti. “Cercavamo documenti che non erano ancora stati acquisiti, per un confronto con quelli già oggetto della prima perquisizione, e che oggi abbiamo trovato”, ha detto il Procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri.

Dallo scorso anno l’ex presidente Zonin, l’ex dg Sorato, i due consiglieri d’amministrazione Giuseppe Zigliotto e Giovanna Maria Dossena, l’ex vicedirettore generale finanza Andrea Piazzetta e l’ex responsabile mercati Emanuele Giustini sono indagati per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Le contestazioni riguardano il periodo precedente al dicembre 2014, prima che la vigilanza passasse alla Banca centrale europea e che quest’ultima intervenisse imponendo una drastica pulizia nei conti. Da parte sua, l’istituto ha assicurato “piena e serena collaborazione con gli inquirenti”.

Il filone principale dell’inchiesta riguarda i cosiddetti “prestiti baciati“, cioè l’acquisto di azioni della banca tramite finanziamenti, per 975 milioni di euro, concessi ai soci, in violazione delle norme del diritto bancario. Secondo l’ipotesi investigativa, la banca ha finanziato una parte consistente del suo stesso capitale azionario, superando i limiti consentiti. A Udine è in corso un’altra inchiesta, in questo caso per truffa ai danni di clienti “indotti e condizionati” all’acquisto di azioni dell’istituto di credito, in alcuni casi a fronte della concessione di un mutuo. Sempre martedì si è saputo che la procura ha iscritto i primi nomi sul registro degli indagati: si tratterebbe di quattro direttori di filiali del capoluogo e della provincia. Sono un centinaio le querele presentate finora dai risparmiatori. Il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo ha comunque ribadito che è “fondamentale il rapporto con Vicenza che ha il filone principale dell’inchiesta e a cui potrebbero passare anche i nostri fascicoli per competenza”.

Il dissesto della Popolare ha bruciato oltre 6 miliardi di capitalizzazione e mandato in fumo i risparmi di 119mila soci. Tra cui Antonio Bedin, che si è tolto la vita mercoledì 15 giugno: aveva acquistato azioni per quasi 500mila euro, oggi ne valgono 800. Le perquisizioni arrivano il giorno dopo l’indiscrezione che la Consob starebbe preparando (anni dopo i fatti contestati) nuove sanzioni per le violazioni alla normativa europea in materia di profili di rischio della clientela. Che, come emerso dall’ispezione Bce del 2015, sono stati in 58mila casi falsati attribuendo ai risparmiatori competenze finanziarie che non possedevano in modo da poter vendere loro azioni (di per sé strumenti rischiosi) il cui prezzo era sistematicamente sovrastimato dai vertici della banca.

“In attesa che i documenti sequestrati oggi siano analizzati dalla magistratura, riteniamo indispensabile procedere a sequestro cautelativo dei beni della banca. Ciò a garanzia dei risarcimenti in favore dei risparmiatori dell’istituto vicentino”, ha commentato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, spiegando che “se emergeranno illeciti relativi al piazzamento delle azioni al pubblico, gli investitori potranno ottenere il rimborso integrale dei propri investimenti”.

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