Tutta colpa di Marietto. Mi ha passato la nevrosi del gratta e vinci. Ogni tanto, vergognandomi come un cane, chiedo un gratta e vinci, quello da due euro dove devi cancellare dei dadi. Se due dadi hanno lo stesso numero, vinci la cifra che corrisponde alla giocata. Mi metto il gratta e vinci in tasca, e andando verso casa sogno, fantastico di vincere la cifra massima: 100.000 euro. Nella mente elaboro questi altissimi pensieri: se vinco 100.000 euro una parte la dono ai bambini che muoiono di fame, tipo 20.000 euro, una parte alla mia mamma, tipo 10.000 euro, altri 10.000 euro a mio fratello, offro ai miei amici una splendida cena, e con il resto compro
una Morgan verde, decappottabile, e parto per un viaggio.

Arrivato a casa inizio a grattare con una monetina da 1 euro, e con la bava alla bocca. E vinco! Vinco 2 euro! Poco più della monetina che uso. E bestemmio, e sorrido della mia medietà, della mia mediocrità ormai conclamata, e chiedo scusa a Baudelaire, ai miei poeti amati, chiedo scusa alla vita, chiedo perdono al cielo e alle stelle e a tutti i miei risvegli che valgono più di 100.000 euro… Per questo sono così essenziali i poeti, per non morire digratta e vinci“, per credere ancora nella magia, e allo stupore di essere nati, venuti alla luce e alle tenebre.

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